(Segretario Generale dell'AGL, Alleanza Generale del Lavoro) (Presidente Nazionale di ALP-AGL Alleanza Lavoratori Pubblici) (Direttore di EUROPE CHINESE NEWS) (Presidente A.I.SO.P. Zonale Milano MI13, Associazione Italiana Sostituti d'Imposta e Professionisti, associazione datoriale aderente a Confindustria) (Responsabile Uff.Periferico CAF Lavoro e Fisco Milano Viale Monza 6, anche sede Patronato A.I.SO.P. e INPAS) (Collaboratore di ASS.LIBER.COOP Libere Cooperative Associate)
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lunedì 16 settembre 2013
giovedì 12 settembre 2013
domenica 8 settembre 2013
PER NOI DELL'AGL..........LA CONTRATTAZIONE PUBBLICA......... E' UNA CAGATA PAZZESCA!!!!!
Il governo Enrico Letta I non sembra,
ormai tutti ne sono convinti, aver apportato vere novità
nell'approccio che da decenni, ormai, le classi dominanti hanno di
fronte alla questione del Pubblico Impiego. Questo Esecutivo, in
pratica, non ha realizzato finora quasi nulla e il fatto che solo
nell' affrontare le emergenze della Pubblica Amministrazione abbia
trovato modo di mettere le mani in qualcosa di concreto è l'ennesima
dimostrazione, se ce ne fosse stato ancora bisogno, di come tra
Centro Sinistra e Centro Destra vi sia accordo solo su un fatto: la
PA così come è, deve essere soppressa, lentamente e dolcemente,
così come si fa per dei cani che invecchiano inesorabilmente e che
ci hanno accompagnato per anni, standosene lì, in un cantuccio,
buoni buoni e consumando poco o niente.
Gli stessi Sindacati del Pubblico
Impiego, tutti, grandi e piccoli, vecchi e giovani, rappresentativi o
meno, sembrano ormai solo patetiche vittime di un destino
inesorabile. Costretti a dire qualcosa, a giustificare le trattenute
mensili di adesione, ad urlare qua e là, ogni tanto, contro lo
scandalo di turno, non sanno neppure loro come giustificare la loro
esistenza, che posto trovare nel vecchio presepe, a quale direttore
generale portare i loro (nostri) doni.
E , “diciamolo” (come direbbe
Ignazio) neanche i semplici dipendenti, più o meno stabili, se la
passano meglio, dal punto di vista umorale (anche perchè da quello
economico e materiale ormai hanno fatto l'abitudine a una vita di
ascesi e preghiera). Continuano a ringraziare e a baciare per terra
per avere da così tanto tempo un posto “sicuro” (ovviamente
tutti giurano e spergiurano di aver affrontato, in ogni epoca, un
durissimo e selettivo concorso, di non aver mai avuto
raccomandazioni) , guardano alla Grecia e dicono che no, da noi,
simili cose agli statali non potranno mai accadere perchè noi siamo
una grande nazione, continuano in maggioranza ad aderire ai grandi
sindacati (anche perchè quelli piccoli, che non hanno mai sfondato,
o sono fotocopie degli stessi o vivacchiano in vicinanza del limbo
del cinque per cento – attenti a non sbilanciarsi perchè la cosa
potrebbe costar cara alle successive elezioni rsu – o sono
falsamente conflittuali, pronti, se capita l'occasione, nel Pubblico,
a vendere di tutto e di più di sé stessi) e, ovviamente hanno
votato in massa (e continueranno a farlo) proprio per il Centro
Destra e Centro Sinistra a cui da anni danno tutto senza mai aver
ricevuto nulla se non la promessa (come le vacche sacre in India) che
qualunque cosa accada il posto verrà salvaguardato anche a costo di
dover ridursi a brucare solo l'erbetta, qua o là.
Si sentono lamenti sul fatto che sia
stata usata l'estate per questa nuova operazione sul Pubblico Impiego
ma anche qui siamo all'ipocrisia. La conflittualità vera, in questo
settore, per i motivi di cui sopra, è inesistente e ciò che avviene
ce lo possiamo aspettare in ogni stagione. I grandi sindacati, tutti
politicamente rappresentati, anche da loro ex colleghi, in questo
governo, non faranno mai sciopero generale né lo minacceranno. Ce ne
è alle viste uno, ad ottobre, dei sindacati alternativi ma, come di
consueto è e sarà solo un segnale di debolezza e impotenza,
addirittura controproducente per i lavoratori (per le loro tasche) e
velleitario poiché, ormai è scientificamente dimostrato, il
dipendente pubblico italiano, finchè non sarà sul lastrico, mai e
poi mai trarrà conseguenze politiche dalle proprie lotte (e
disavventure) sindacali. Pensiamo all'esempio più recente, quello
degli esodati, organizzati e fatti sfilare dal sindacato di
riferimento del partito che più di ogni altro ha voluto il governo
che li ha condannati. Quindi cornuti e mazziati a ciclo continuo e
perpetuo, per di più contenti di esserlo (ciò accade quando il
partito diventa una religione: muori contento e riconoscente del tuo
destino di cui sei stato l'artefice).
L'ennesimo blocco degli stipendi
quindi, conseguente al blocco dei contratti. Intendiamoci: dal punto
di vista emotivo una persona che vive nel mondo del lavoro e il cui
lavoro è difendere i diritti dei lavoratori non può, in prima
battuta, non commuoversi e indignarsi per questo abuso continuato cui
sono sottoposti da anni i lavoratori pubblici italiani. Ma, in
seconda battuta, si capisce, a naso, che c'è qualcosa che non va in
questa ribellione che, proprio perchè di lunga data, ormai
assomiglia più a un rito che ad altro.
Il blocco degli stipendi, si dice. Un
argomento polemico spesso usato da chi giustifica i tagli alla P.A. È
che le statistiche dimostrano che, ohibò, negli ultimi anni gli
stipendi pubblici sono invece aumentati e, dicono costoro, per di
più in maniera insopportabile nei confronti del settore privato.La
risposta (ritualmente) è ovvia e semplice. Si fa la media del pollo
di Trilussa, non possono essere calcolati assieme gli stipendioni dei
dirigenti e gli stipendiucci degli impiegati, non si tiene conto
della concomitante crescita del precariato e delle consulenze spesso
inutili (in presenza di competenze interne inutilizzate) e, molte
volte, elargite agli amici degli amici. Il problema è che questa
stucchevole contesa avviene, forse qualcuno se ne dimentica, sul
campo di uno stadio in cui, sugli spalti vi è la gran massa dei
lavoratori privati e degli imprenditori,dei pensionati privati e dei
disoccupati che il posto pubblico lo hanno sentito raccontato solo
nelle favole e, al netto di certe reminiscenze, soprattutto da parte
della popolazione non esattamente legata agli scambi
politico-elettorali che avvengono a Roma. Per cui occorrerebbe
rendersi conto che certe polemiche, alla lunga, stancano, riguardando
comunque una minoranza che pur vivendo su un altro pianeta condiziona
pesantemente l'esistenza di tutti noi.E forse questa è una delle
ragioni della scarsa sensibilità dell'opinione pubblica nei
confronti delle problematiche di questa parte del mondo del lavoro ,
attenzione che invece si ridesta quando il cittadino e l'impresa
hanno a che fare con la burocrazia. Poi accade che questi votino e
mandino al governo i nemici acritici e grossolani di tutto ciò che è
apparato pubblico. I quali senz'altro sono poi i soggetti meno adatti
a concepire serie e costruttive riforme della pubblica
amministrazione. Capito ora perchè chi scrive da anni insiste
nell'invitare i lavoratori pubblici ad occuparsi prima della
burocrazia e poi, resisi presentabili, anche delle giuste
retribuzioni?Certo, una questione di equità stipendiale esiste nella
Pubblica Amministrazione e fa parte dell'annoso problema dei bassi
stipendi nel mondo del lavoro dipendente italiano rispetto
all'Europa. Tema scomodo, fra l'altro. Come farebbero infatti i
Sindacati che campano sulla strumentalizzazione dei precari ad
ammettere che esiste una parte di precariato per scelta, da parte di
quei soggetti che, grazie al fatto di non aver portato i propri
cervelli all'ammasso, si sono fatti due conti e hanno capito, per il
momento, che passare a un lavoro dipendente non dirigenziale
significherebbe iniziare a fare veramente la fame?E, per continuare
ad essere impertinenti, come farebbero i Sindacati e i partiti che da
anni ci dicono che i dipendenti sono gli unici a pagare tutte le
tasse ad ammettere che a conti fatti non può essere materialmente
possibile che uno possa davvero mantenere una famiglia con uno
stipendio del genere e che quindi è costretto al lavoro nero, quindi
a evadere imposte e contributi in combutta col proprio datore di
lavoro nascosto (privato)? Perchè costoro non guardano in faccia
alla realtà, perchè non propongono, come noi facciamo da tempo, che
i lavoratori pubblici possano essere liberati dalle trattenute,
eliminando la figura del sostituto d'imposta, che sia consentito loro
di poter fare, alla luce del sole, un secondo e un terzo lavoro,
senza proibizioni e conseguenze disciplinari o sanzionatori. Perchè
non è consentito dal modello costituzionale di Pubblico Impiego?
Andiamo. Perfino la Chiesa sta ridiscutendo il celibato per i preti,
figuriamoci se in Italia non potrebbe essere possibile modificare le
leggi nel senso di dare la possibilità a chi ha voglia di lavorare
di farlo nella legalità. Ma, purtroppo, la questione delle
retribuzioni insufficienti nel pubblico non finisce qui. C'è troppa
corruzione in Italia e non riguarda solo comportamenti dall'Alto.
Riflettiamo una buona volta sul perchè gran parte degli uffici che
si occupino di controlli, vigilanza e ispezioni in Italia abbiamo
così tanti “problemi” a dispiegare le proprie potenzialità. Si,
è vero, perchè il potere politico non vuole perdere voti e non ci
va con la mano pesante. Si, è vero, perchè avere uffici efficienti
richiede risorse e in tempi di spending review queste vengono tolte,
con ovvi riflessi. Ma la realtà è anche un'altra: i bassi stipendi
sono una tentazione a compiere atti illeciti e quando questi
comportamenti sono diffusi si crea un sistema che fa comodo a molti e
che spinge tanti a non essere poi così incisivi a richiedere aumenti
adeguati, evidentemente perchè certe risorse sono reperibili
altrove.E, come noto, molte volte il malaffare e l'economia malata è
molto più efficiente degli apparati che si comportano con pulizia ed
onestà.Capito ora perchè noi, a differenza degli altri, da tempo
sosteniamo che per il dipendente pubblico onesto il nemico da
combattere è quello che potrebbe essergli a fianco o albergare nella
stanza del direttore? Perchè sosteniamo che la pulizia può venire
solo dall'interno perchè solo da lì è possibile accorgersi di cose
invisibili dall'esterno, anche da parte di soggetti attrezzatissimi,
come la Magistratura e le forze dell'ordine? E che questo sia l'unico
modo per arrivare al risultato (retribuzioni dignitose) perchè
altrimenti non si è credibili nei confronti dell'opinione pubblica,
quella che vota, quella che fa vincere partiti che ancora potrebbero
essere conquistati a un'idea di riforma della Pubblica
Amministrazione?
Chi ha buona memoria rammenta che
l'ultimo vero adeguamento degli stipendi pubblici avvenne di
iniziativa dell'ex Ministro Cirino Pomicino, e non per spinta
sindacale ma per logiche politiche.Potrebbe essere una scorciatoia
interessante ma non più praticabile non tanto perchè l'Italia non
è più quella di allora ma, paradossalmente (e drammaticamente)
perchè i Sindacati sono ANCORA quelli di allora e incapaci, di
conseguenza, di agire in un nuovo contesto e nuove logiche, per i
nostri interessi.
E non a caso ciò comporta
l'impossibilità da parte loro di sfatare un altro tragico mito la
cui presenza blocca in un certo senso l'evoluzione del Lavoro
Pubblico e degli addetti che ci sono dentro: la CONTRATTAZIONE.
Cari signori: la contrattazione (nel
pubblico) è una cagata pazzesca! Provate a ripeterlo con noi
dell'AGL e forse, con un po' di esercizio, potremo iniziare a
svegliarci da questa ipnosi collettiva che dura dagli anni ottanta.
Non che il risveglio di per sé risolva il problema. Eliminarla è
un'impresa immane. Su di essa campano da decenni i Sindacati, le
Burocrazie ministeriali, i manager di stato, i monopoli che grazie ad
essa hanno cambiato faccia e si sono appropriati del meglio delle
aziende pubbliche, con le false privatizzazioni e
liberalizzazioni.Addirittura, per celebrarla, da anni è stata
concepita una finta dialettica democratica interna, articolata sulle
RSU, appetite dagli stessi sindacati per la gran quantità di
privilegi che possono garantire (permessi, distacchi, inciuci con i
direttori periferici e centrali). Perfino i sindacati conflittuali le
venerano , quasi fossero delle istituzioni nate dalla Resistenza e
non invece una maniera per ammettere al banchetto dei soldi pubblici
sindacalisti fedeli e ruffiani che godono nell'ottenere vantaggi a
scapito dei loro colleghi per decenni, entrando come capi classe che
segnano sulla lavagna buoni e cattivi e andandosene in pensione, alla
fine, col grado di maggiordomi del dinosauro di turno. Una volta con
la carriera sindacale si poteva diventare dirigente. Adesso manco
quello, perchè sembra drammaticamente crollato, tra i candidati, il
livello di alfabetizzazione.
Ma come è possibile contrattare le
retribuzioni (e non il nulla, come si usa fare da un po') quando le
stesse sono stabilite da una legge dello Stato?E c'è, nel rapporto
di lavoro, qualcosa di più importante della prestazione e della
corrispondente retribuzione?Se il pubblico deve rimanere tale allora
prendiamo atto che la contrattazione (e le piattaforme contrattuali,
con o senza richieste di aumenti retributivi) non serve a nulla e è,
nella peggiore delle ipotesi, una presa in giro e un imbroglio. Anzi,
lo strumento per introdurre,come una flebo, nelle viscere della
pubblica amministrazione, delle immonde schifezze che esistono solo
in Italia e di cui ci si dovrebbe vergognare. Altra cosa è se si
pensa a un altro modello di “pubblico”. C'è ad esempio, in
questi giorni, chi ipotizza che anche per i Ministeri possa avviarsi
un processo di privatizzazione analogo a quello che interessò le
Poste. Ma c'è chi dice che occorra ritornare a un Pubblico senza
contrattazione. Cosa che poi è avvenuta per le Amministrazioni
“importanti” in Italia , mai toccate, in realtà , dal passaggio
dal diritto pubblico a quello privato. Retribuzioni per decreto,
quindi, o per contratto “recepito” da un atto politico?
Parliamone . Ma...sorpresa: stranamente, avete sentito se in giro
esiste qualche sindacato che su questo voglia coinvolgere i
lavoratori? Qualche sindacato ha mai protestato relativamente alla
differenza di trattamento ricevuta da Amministrazioni diverse, in
passato, riguardo al processo di privatizzazione del rapporto di
lavoro? No. Perchè?Ovvio. L'amministrazione che rimane pubblica ha
un trattamento migliore, il sindacato interno la considera una
vittoria da non sbandierare però, perchè , è risaputo, nella PA se
godi di qualche privilegio è meglio non farlo sapere poiché a
qualcuno potrebbe venir voglia di togliertelo.Ma qualcosa non quadra:
le confederazioni cosa ci stanno a fare? Non erano nate per
scongiurare i corporativismi, per unire i lavoratori per il progresso
di tutta la classe degli sfruttati?Eppure ognuna di esse ha un
responsabile per ogni comparto e singola amministrazione.E' evidente
che se anche qualche dirigente sindacale inquadrato volesse
sollevare, al loro interno, il problema rischierebbe di avere
problemi: perdere il distacco, dover tornare alla “produzione”,
essere sostituito dal primo che è in fila magari più propenso a
farsi gli affari suoi, a non sollevare problemi la cui trattazione è
inopportuna.Ma c'è un altro problema. Gran parte dei partiti al
governo hanno appaltato ai loro sindacati di riferimento la
trattazione di queste questioni. Il parlamentare spesso non capisce
nulla di questi problemi e in carenza di input è improbabile che si
attivi. Capito ora perchè quando si deve intervenire, per motivi di
bilancio, sulla PA, si parla solo di tagli e non di riforme
organiche? E i tagli chi li subisce, l'apparato sindacale o il
singolo dipendente? Capito ora perchè è interesse vitale del
pubblico dipendente italiano se vuole avere un futuro mollare questi
sindacati, chiudere il rubinetto, affamare loro così come loro
stanno affamando voi?Come AGL lo diciamo dalla nostra nascita e non
ci stancheremo di farlo.
Quella del destino dei precari è una
commedia che ormai dura da troppe puntate. Come noto i precari
servono a questa PA perchè costano di meno rispetto all'assunzione
di personale di ruolo. Chi in questi anni (Letta da ultimo ma prima
ci aveva provato la Fornero) ha mostrato interesse per le tesi di chi
pretendeva l'innalzamento di una barriera anti precariato e ci ha
provato, lo ha fatto non per convinzione ma per seguire una moda.
Tanto che, come giustamente qualcuno ha detto , spiegandolo bene
anche dal punto di vista tecnico, si tratta di “finte”
assunzioni.Tutti sanno che il precariato nel mondo del lavoro
aumenterà perchè è una esigenza dell'economia (alternative
praticabili non esistono e tentativi diversi hanno fallito).
Noi dell'AGL abbiamo deciso di esistere
perchè c'è l'esigenza che in Italia qualcuno, anche sul precariato,
dica parole di verità e la smetta di prendere in giro i lavoratori
(precari e non) e i cittadini. Ripetiamo parola per parola e
confermiamo quanto dicemmo già dai tempi della Fornero. C'è una
cosa, per noi, da non fare: attribuire valore al lavoro stabile e
disvalore al lavoro non stabile. Abbiamo già detto più volte che
vanno considerate con il massimo rispetto le esigenze di chi ha o ha
avuto il posto fisso e si aspetta di mantenerlo fino ad una pensione
che sia più dignitosa di adesso così come di coloro che sono in
debito con la società (pensiamo ai precari della scuola) per aver
fatto parte, loro malgrado, di una umanità sfortunata in cui sono
stati illusi da un miraggio, quello appunto, del posto fisso. Queste
fasce di popolazione non vanno punite ma accompagnate verso un
miglioramento, graduale , della loro condizione. Sarà difficile
(sappiamo quale peso abbia il debito pubblico) ma va fatto
innanzitutto per un principio di dignità. Ma arriverà il momento (e
su questo dobbiamo deciderci a voltare pagina) che nella società
italiana non esistano più i termini “posto fisso” e “lavoro
precario” così come oggi intesi. Quella è la direzione verso cui
andare, certo, gradualmente. Un lavoratore quindi che abbia sempre
una fonte di reddito anche nei periodi di passaggio, la possibilità
di cambiare serenamente il lavoro più volte nella sua vita, di fare
carriera, di formarsi, di migliorare. Sia nel pubblico che nel
privato. E questo, in un prossimo futuro dovrà valere per tutti.
Perchè l'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, non sul posto
di lavoro. Parimenti non dovrà esistere più di fatto il concetto di
precario sinonimo di ricattato, malpagato e sfruttato e senza
prospettive di serena esistenza. Su questa, che è innanzitutto una
battaglia culturale, constatiamo che nessuno è impegnato seriamente.
Male, poiché significa che si stanno difendendo rendite di posizione
o si sta sfruttando la disperazione delle fasce più marginali del
mondo del lavoro. Di solito per guadagnarci sopra e per fini
elettorali.
Ripetiamo fino alla noia che di questi
tempi occorre essere onesti intellettualmente e rispondere alla
domanda: vogliamo fare qualcosa che comporti più spesa pubblica?
Dove troviamo i soldi?Per noi vanno reperiti, subito, non con nuove
tasse ma con risparmi di spesa proprio nella pubblica
amministrazione, salvaguardando tutti gli attuali posti di lavoro e
dismettendo pezzi di pubblica amministrazione inutili, ridefinendo le
funzioni e attuando una veloce mobilità interna del personale da
amministrazione a amministrazione. Proposte più specifiche?
Ascoltiamo proprio SU QUESTO e non su improbabili piattaforme
contrattuali (con o senza soldi) i dipendenti pubblici , senza la
mediazione di sindacati o dirigenti (che potrebbero avere interesse
all'autoconservazione) ma, ad esempio, online, in pochi giorni. Non
preoccupatevi: chi ci lavora dentro sa come riformare davvero la
Pubblica Amministrazione. Perchè i Sindacati non accetteranno mai
questa consultazione? Sicuramente ci siete arrivati da soli! Basta
con la demagogia pelosa, con le battaglie contro i mulini a vento ,
come l'evasione fiscale che nessuno di coloro che è al potere vuole
veramente combattere poiché significherebbe combattere (ivi compresi
i maggiori sindacati)contro sé stessi. Cerchiamo invece di
riorganizzare il Fisco in maniera moderna e non bizantina, in modo
realistico, semplice e non demenziale e un risultato alla fine
l'otterremo. Basta poi con l'invidia sociale che sta riaffiorando con
questa polemica sull'IMU.
Noi eravamo (e continueremo a essere)
per l'eliminazione per tutti della stessa. Contrariamente a quanto
affermato da tanti ideologhi schierati, riteniamo che le imposte non
debbano avere valenza punitiva (penalizzare in maniera fine a se
stessa le ricchezze accumulate) ma essere modulate in maniera da
creare la combinazione più credibile affinchè alla fine della
fiera, il risultato sia maggior reddito prodotto e ricchezza
generata.
Chi sono in Italia i proprietari di
quegli immobili di recente sommersi fino al collo dall'IMU?
Fondamentalmente dei risparmiatori (perchè il canale fondamentale
del risparmio in Italia è l'investimento immobiliare).E quindi, per
lo più, lavoratori. Per di più indebitati per i mutui contratti.
Analoghe perplessità abbiamo sempre avuto per altri due totem spesso
evocati sempre dalla stessa corrente di pensiero. Le tasse sulle
transazioni finanziarie (che aspettiamo ad abolire la Tobin Tax che
sta per radere al suolo il mercato finanziario nazionale e i connessi
posti di lavoro?) e quelle sul lusso. Non cancellano le ingiustizie
ma tagliano le gambe a settori che creano lavoro e reddito,
dirottando altrove denaro e investimenti. E creando quindi le
condizioni per maggiore disoccupazione, alla lunga e bassi stipendi
nel breve. E quando si dice che queste risorse andrebbero a
finanziare servizi essenziali, si mente sapendo di mentire. Perchè
tutti sappiamo che il grosso di esse (anche nei Comuni,
indipendentemente dal loro colore politico) va a alimentare la
macchina burocratica, le consulenze concesse a amici degli amici e
gli appalti inutili. Le famiglie e i più deboli abbandonati sono e
tali continueranno ad essere. Non è possibile che nelle
Amministrazioni pubbliche si pratichi costantemente la politica dei
due tempi: prima i soldi (da divorare) poi riforme,
razionalizzazione, dimagrimento, riorganizzazione (mai visti). E' un
gigantesco imbroglio che solo una minoranza degli italiani, per il
momento è riuscita a cogliere e a trasformare in controproposta
politica. Il risparmio va agevolato, non disincentivato (ci risulta
che paesi più evoluti del nostro stiano facendo proprio il contrario
).I proprietari degli immobili interessati continuano (e questo è un
danno) ad avere idee poco chiare sulle loro prospettive di risparmio,
sul destino dei loro soldi, sull'opportunità o meno di consumare di
più.Ricordiamoci delle decine di migliaia di posti di lavoro che
stanno andando in fumo nel settore dell'edilizia e capiremo quanto
sia urgente porsi il problema di trovare altrove i soldi per
garantire giuste retribuzioni ai lavoratori pubblici.
In altre parole, crediamo che ai
cittadini interesserebbe sapere di più quando la PA comincerà a
essere riorganizzata seriamente e non se qualche ricco in più piange
in qualche paradiso naturale o fiscale.
Risparmiamoci quindi annunci di lotte
prossime, inutili e non più credibili. Quel che occorre è un
intervento chirurgico su obbiettivi mirati, condivisi dai lavoratori,
dai cittadini e dall'opinione pubblica. E lasciare al loro destino i
sindacati traditori e quelli che, anche in buona fede, sono stati
capaci solo di farvi perdere, in tutti questi anni. Prima vi
deciderete, cari lavoratori, prima ci riusciremo!
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