Lasciamo perdere le sciocche polemiche
sull'arbitro “Moreno 2.0”. E' un messicano e da quelle parti
sanno cos'è il calcio di un certo livello. E' stato un arbitro
pienamente all'altezza. Positive le dimissioni di Prandelli e Abete,
purchè siano entrambe vere.La vicenda di Abete, classico esempio di
“fratello di”, deve insegnarci a mettere dei competenti in
determinati posti e non dei "pesci in barile". Tra l'altro incapaci di
puntare i piedi quando il Sig. Platini ha mescolato alcune carte, ai
sorteggi, con lo scopo di non solo favorire la Francia ma di farlo a
scapito dell'Italia (noi che giochiamo in mezzo ai piranha di Manaus
mentre la Francia al fresco di Porto Alegre), uno zero anche sul
piano della politica sportiva internazionale. Quella di Prandelli è
la vicenda e la questione più interessante. A mio parere la persona
non è riciclabile a livello di nazionale. L'europeo è stato perso
malamente, con un 4 a 0 indecente che ha ampiamente annullato le
belle prestazioni precedenti. La Confederations è notoriamente un
torneo sperimentale e non indicativo. Le qualificazioni ai mondiali,
nel rispetto della curva-tipo prandelliana, sono iniziate bene e
finite male, facendoci perdere la qualifica di testa di serie (e ciò
ci avrebbe evitato il girone di ferro).Stendiamo un velo pietoso
sulle amichevoli. Penosi i risultati e le figure, inutili e
fuorvianti gli avversari, sprecate le occasioni di far fare un po' di
esperienza internazionale ai papabili provenienti dalle squadre fuori
dalle coppe. Da salvare almeno come selezionatore?Impossibile.
Prandelli, persona perbene ma che non ha mai vinto nulla,ha costruito
una compagine in cui convocati e non convocati lo sono stati per
ragioni extracalcistiche. Balotelli è in nazionale perchè è di
moda metterci i giocatori di colore , Montolivo (auguri di pronta
guarigione) e Aquilani, centrocampisti involuti da tempo, sono delle
prime scelte perchè sono in sintonia con tutti gli allenatori e
tutte le dirigenze,sulla stessa strada si va incamminando Marchisio,
il trio di ex zemaniani ha dovuto sudare sette camicie per
conquistarsi rispetto e, una volta avutolo era troppo tardi, la
difesa a tre è stata schierata solo all'ultimo per ripicca verso gli
schemi di Conte che aveva polemizzato in passato con Prandelli.
Ignorata la gerarchia dettata dalla classifica cannonieri, con non
convocazioni eccellenti. Per non parlare delle scelte dei portieri
dove è stato lasciato a casa un De Sanctis a favore di un Perin che
evidentemente ha alle spalle un grande agente e che a momenti poteva
essere titolare per il gioco degli infortuni.
Preparazione atletica disastrosa. E'
stata la debacle di Coverciano. Abbiamo fatto della nazionale un
gigantesco, pachidermico e inutile ministero, pagato dai
contribuenti. Ed è proprio questo il nodo da sciogliere. La
soluzione, nel 2014, non è nella scelta di un selezionatore alla
Bearzot, personaggio irripetibile e di un'altra epoca. Non è neppure
nell'ingaggio dell'allenatore vincente e professionista di club alla
Sacchi, Trapattoni o Lippi. Oggi potrebbe essere un Ancelotti o Conte
o Mancini o Capello (ma quest'ultimo, come Zaccheroni, sta a sua
volta deludendo ai mondiali).Bando poi alle fotocopie di Prandelli,
quale potrebbero essere un Montella o un Mandorlini. Evitiamo poi
allenatori dal valore controverso come Allegri o Ranieri e, per
completezza, diciamo tranquillamente che uno straniero non può
essere un profeta per la nostra nazionale anche perchè sarebbe
troppo costoso e la nostra stampa lo farebbe fuori rapidamente. Chi
allora? Semplice : nessuno. Nessuno? Si. Partiamo da Coverciano:
significa potere, soldi, posti di lavoro a spese nostre. Ma è
inutile, costoso e dannoso per il nostro calcio. Tagliamolo.
Poi...basta con la politica sportiva. Ci serve solo chi si faccia
rispettare a livello internazionale. Ecco, questo ruolo potrebbe
essere direttamente esercitato da una personalità vera e non da un “fratello di” un potente
(banchiere o manager o trombato della politica).Sarebbe un enorme
risparmio di risorse pubbliche. E poi il CT. Basta con la scelta di
un solo uomo per il biennio o il quadriennio. E' verificato: chiunque
sia, anche il più bravo, non ha la possibilità di dare un gioco
alla nazionale. Si faccia così allora. Quando si approssima una
amichevole o un torneo si dia un incarico temporaneo e retribuito
adeguatamente all'allenatore del club che in quel momento, in
campionato, è in testa e esprima il miglior gioco, quello vincente.
Tipicamente avrà una squadra con metà di italiani e metà
stranieri. Ovviamente il suo compito sarà di fare una formazione in
cui al posto degli stranieri vengano scelti giocatori italiani dalle
caratteristiche simili tali da poter riprodurre quel dato gioco in
quel momento vincente. Si tratterebbe di adottare la politica dei
blocchi ma facendola gestire da chi quel blocco l'ha creato e lo usa
correntemente. Perchè ciò dovrebbe essere fatto da un terzo, che
avrebbe delle ovvie difficoltà? Questa è la sola maniera di essere
sicuri che in un dato momento venga schierata la nazionale più
forte. E che le risorse del contribuente vengano impiegate per
mettere in campo una squadra che dia veramente lustro alla nostra
Patria!
Roberto Fasciani