RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DALLA CSECOOP (http://www.cse-coop.blogspot.it/) e dalla CSE-FNILT (http://www.cse-fnilt.blogspot.it/)
(Da L'UNITA' del 9.5.2012)
""""""""""Giuliano Poletti «Cooperative in difficoltà, da qui la richiesta di spalmare il contributo su più anni. C`è già un emendamento, il governo lo approvi» intervista di LAURA MATTEUCCI MILANO Il presidente di Legacoop Giuliano Poletti si fa interprete di una richiesta sottoscritta dall`Alleanza delle cooperative e indirizzata al governo e alla commissione Lavoro del Senato, che sta esaminando il disegno di legge di riforma del mercato del lavoro: diluire su un arco temporale più lungo, almeno 5 anni, il contributo dell`1,31% per la nuova Aspi e dello 0,30% per la formazione continua alle retribuzioni dei soci lavoratori delle cooperative che operano nei settori della logistica, del facchinaggio e del multiservizi. Che finora non hanno mai dovuto versare per coprire le spese per gli ammortizzatori, perché il loro regolamento non lo prevedeva. Nel complesso, si tratta di un comparto che coinvolge circa 200mila persone. «Siamo pronti a pagare il dovuto per gli ammortizzatori, ma chiediamo di poterlo fare in modo graduale, spalmando l`aggravio dei costi su cinque anni». Per quale motivo? «Il rischio, altrimenti, è che le cooperative, in un settore già in difficoltà com`è questo, o finiscano nel nero o chiudano per fallimento». La proposta è oggetto di un emendamento, giusto? «Emendamento già presentato, che chiediamo venga approvato. La nostra richiesta non intende affatto mettere in discussione l`entrata in vigore dell`Aspi dal 1 gennaio 2013, che andrà a regime nel 2017, né sminuire il significato della formazione continua. Il nostro obiettivo è evitare che un ulteriore aumento dei costi della contribuzione metta in grave difficoltà le cooperative dei comparti che, oltre ad essere ad alta intensità di manodopera e a scarso valore aggiunto, devono far fronte ai pesanti effetti della crisi e dei ritardi di pagamento sia delle pubbliche amministrazioni sia delle committenze priva |
te. Le coop spurie in questi settori sono molto diffuse, così come gli incidenti sul lavoro. Il contesto in cui si opera è molto complicato: le coop, quelle vere intendo, sono un elemento di regolamentazione e legalizzazione, ma per loro il rischio concreto è che l`applicazione immediata dell`intero aumento contributivo possa determinare una riduzione significativa del numero degli occupati e, peggio, favorire le tante imprese irregolari». Come cooperative avete avanzato altre richieste? «Un`altra relativa alla vecchia legge Marcora, con la quale era possibile per un lavoratore di una coop in crisi chiedere l`intera indennità di mobilità da investire - con l`aggiunta di altri soldi da parte di una società ad hoc - nella creazione di una nuova società. Un meccanismo virtuoso, insomma, che negli anni ha permesso la creazione di molte cooperative, e che vorremmo fosse salvaguardato. Adesso che la mobilità sparisce, chiediamo che sia possibile usare l`Aspi, che a conti fatti vale un po`meno della vecchia mobilità, ma che resta l`unica possibilità di finanziamento di nuove imprese». """""""""""" |
COMMENTO DELLA CSECOOP (Federazione Soci e Dipendenti Cooperative) E DELLA CSE-FNILT (Federazione Trasporti)
Sconcertanti queste affermazioni da parte del leader di Legacoop che ci risulta abbia qualcosa a che fare, ad esempio, con UNIPOL la quale è impegnata, in questi mesi con l'operazione di cui potete leggere un resoconto particolareggiato qui
Non è vero che le cooperative siano in difficoltà. Lo sono le piccole non certo le grandi rappresentate dall'Alleanza Cooperative. Ma i soldi non bastano mai e, per questo, con una operazione di tipo lobbistico, si tenta di affondare in Parlamento la proposta con la quale per la prima volta potrebbe accadere che un socio di cooperativa di facchinaggio o logistica o multiservizi possa avere, a seguito della perdita del suo lavoro, un trattamento economico di sostegno, come gli altri lavoratori che fanno lo stesso lavoro ma senza la maledizione di essere in cooperativa.
Ricordiamo infatti che , per un'ennesima distorsione all'italiana, oggi non si entra in cooperativa per essere coimprenditore e eliminare la separazione tra capitale e lavoro ma semplicemente per essere impiegati a un costo più basso(il mercato del lavoro non offre altro), senza effettive garanzie e senza i vincoli del lavoro dipendente.
Legacoop non dice che diluire la contribuzione significherebbe (chi pagherebbe altrimenti?) rendere ancora più illusori quegli ammortizzatori, e chissà per quanto tempo.Nelle grandi cooperative, poi, si guarda con orrore a una vera formazione continua che rischierebbe di far comprendere più velocemente ai lavoratori specie stranieri che esistono altre alternative rispetto a quella di farsi sfruttare come bestie.
Informiamo Legacoop (e quei Senatori che ancora non lo sapessero)che già tante cooperative sono nel nero (per necessità o per vizio, per ignoranza o per furbizia di chi fornisce loro consulenza) e che già “falliscono” in maniera programmata e pilotata per trasferire il lavoro da una società vecchia a una appena nata, in barba ai lavoratori, all'INPS e al Fisco.
Non sarà qualche millesimo di percentuale contributiva in più o in meno a decidere delle sorti di queste imprese. Influirà invece sulle sorti di tante famiglie di soci che rischiano il lastrico a seguito della perdita del lavoro.E' grottesco poi collegare queste possibilità di nuova imposizione contributiva alla spurietà delle cooperative e agli incidenti sul lavoro. E' una minaccia? Ossia le cooperative di Legacoop preannunciano che in caso di aggravi di contributi non potranno far nulla per impedire che le proprie associate comincino ad essere competitive nell'incremento di amministratori che abbiano scopi di lucro e per evitare che qualche socio cominci a farsi male?
Già, perchè le cooperative di Legacoop sono brave ad adeguarsi al mercato. Ne sanno qualcosa i soci di CoopEstense alle quali sta per essere applicata la “Dottrina Marchionne” così come i soci coinvolti nell'operazione Unipol-Fonsai-Ligresti sopra richiamata.Si dirà che tutto ciò si fa per la sopravvivenza dell'impresa cooperativa impegnata nella Distribuzione e nell'Assicurativo. Bene, ma dimentichiamo la Solidarietà Mutualistica e la Responsabilità Sociale?No? Allora sia Legacoop a proporre di finanziare la contribuzione per gli ammortizzatori sociali ai soci delle cooperative di facchinaggio, logistica e multiservizi attraverso un'imposizione fiscale che colpisca le operazioni finanziarie milionarie di cui sono protagoniste, direttamente o indirettamente, cooperative, tra cui in prima fila quelle ad essa associate, di settori diversi da quelle di produzione e lavoro!