SUPERATE LE FASCE DI BRUNETTA, RECUPERO DELLA CONTRATTAZIONE, RISPARMI ALLA CONTRATTAZIONE INTEGRATIVA
A seguito del via libera della Conferenza Stato–Regioni, la CSE, unitamente alle altre Organizzazioni Sindacali, ha firmato l’Accordo sul lavoro pubblico
Le modalità con le quali è avvenuta la firma sono state scelte dalla Funzione Pubblica. Non si è firmato quindi, attraverso una convocazione plenaria bensì alla spicciolata, su un testo già concordato in precedenza. Pur non condividendo la scelta della Funzione Pubblica, possiamo comprendere sia stata dettata dall’esigenza di tenere il basso profilo su una questione che all’indomani della condivisione del testo ha scatenato reazione politiche e degli organi di stampa, ideologiche e fantasiose nella maggior parte dei casi, così come sono fantasiosa e ideologiche le norme sul pubblico impiego partorite dal governo precedente.
Noi potremmo limitarci a dire che quando sono tutti scontenti, destra (Brunetta), sinistra (fratelli Ichino), Confindustria e organi di stampa, beh, vuol dire che abbiamo fatto qualcosa di positivo per i lavoratori e per il Paese.
Si è infatti parlato di ritorno ai veti sindacali e alla morte della meritocrazia.
Niente di più falso!! La verità è che ad essere contro la meritocrazia è proprio la Legge Brunetta, inutilmente punitiva e che anziché migliorare l’efficienza della macchina pubblica ha depresso le motivazioni di chi ci lavora, condannato all’insulto quotidiano. A ben vedere anche le aggressioni di questi giorni ai lavoratori del fisco possiamo ascriverle a quel clima di intolleranza che Brunetta ha creato nel paese contro i pubblici dipendenti.
Come è ampiamente noto invece, la CSE ha presentato una piattaforma scritta, accolta nelle sue parti salienti dall’Accordo con il governo firmato ieri. In particolare abbiamo chiesto:
- sblocco dei contratti nazionali e possibilità di svolgere la contrattazione integrativa senza vincoli legislativi che si stanno rivelando dannosi per tutti;- partecipazione reale dei lavoratori alla vita dei propri uffici attraverso i propri rappresentanti locali, le RSU;
- riapertura delle possibilità di carriera attraverso la modifica di norme anacronistiche e contrarie alla valorizzazione del personale interno;
- lotta alle forme di precariato che ancora permangono nella Pubblica Amministrazione;
- superamento della falsa meritocrazia di Brunetta per sostituirla con sistemi di reale valutazione delle performance organizzativa e individuale alla costruzione dei quali anche i lavoratori devono poter partecipare;
- centralità della formazione come leva strategica per il miglioramento dei servizi;
- superamento dell’accordo del 4 febbraio 2011, non firmato dalla CSE, che invece recepiva e santificava in toto la Legge Brunetta e le sue ideologiche e punitive misure nei confronti dei dipendenti pubblici.
Come abbiamo già detto e scritto, quest’accordo non è la panacea di tutti i mali ma un punto di partenza per cambiare lo stato di cose che si è venuto a creare, per andare verso una pubblica amministrazione che migliori la sua efficacia insieme e non contro i lavoratori pubblici.
Da oggi parte quel percorso di vigilanza attenta che caratterizzerà la nostra azione per tutto il dispiegarsi dell’iter che, iniziando dalla legge delega, porti poi ai decreti attuativi che dovranno recepire le parti più importanti del nuovo accordo sul pubblico Impiego.
SEGRETERIA GENERALE CSE
In allegato, il testo dell’accordo
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