Questo post , nell'ambito del settore
pubblico, pensiamo sia il più importante tra quelli da noi finora
scritti. Come nella Piovra, andiamo al cuore del problema, tocchiamo
la cupola. Ricordate a marzo le elezioni RSU? Al termine delle quali
tutti si dichiararono vittoriosi? Dopo le quali furono dati numeri
proposti in mille maniere?Ecco, ora abbiamo il risultato finale
certificato, Comparto per comparto, area per area. Con , per ogni
organizzazione, voti e numero iscritti. E Assange non centra nulla.
Cliccate sul seguente link:
Domandiamoci prima di tutto perchè
solo noi (che non c'entriamo niente, come avrebbe cantato Povia) vi
forniamo subito questi numeri:perchè siamo nati solo 6 mesi fa
Poi conservateveli fino a tutto il
2015, almeno, quando imprecherete, saprete con chi prendervela, in
percentuale.
Inoltre, guardando ai risultati di
coloro che non hanno raccolto una delega e/o non hanno beccato un
voto, potrete sempre immaginare cosa sarebbe stato se aveste colto
l'attimo e provato l'avventura. Ma, come si sa, ogni lasciata è
persa.
Pensate alla goduria di chi ha
conquistato la rappresentatività e che invidierete perchè “conta
“ qualcosa, può partecipare agli incontri con i dirigenti, già
pregusta i favori da chiedere e da ricevere, già starà spuntando la
lista dei regali promessi in campagna elettorale. E anche se non
mantenesse, chissenefrega, ormai quel che è fatto è fatto e per 3
anni nessuno può ripensarci. Un pensiero anche a chi pur non facendo
nulla per il proprio sindacato ha usufruito e continuerà a farlo del
distacco sindacale , pagato dallo Stato, cioè dal contribuente
(anche da voi) a maggior ragione dopo l'entusiastica conferma
ricevuta dal corpo elettorale. E ai permessi sindacali, tanti, di cui
fruiranno solo i sindacati di serie A (la serie B , in questo
contesto, dura 3 anni). Interessa solo il pubblico? No, perchè in
base all'accordo sulla produttività, per volontà di CISL, UIL, UGL
(in attesa che la Camusso ceda alla corte di Monti e Passera i quali
allo scopo hanno relegato in cucina la Fornero) questo sarà il
futuro della rappresentatività anche nel settore privato. Una bella
auto a 4 posti con uno o due seggioloni su cui a turno si
accomoderanno alcuni sindacati più piccoli cui, per non disturbare,
verrà messo in bocca il biberon. Alcuni di voi ricorderanno l'avvio
degli organi collegiali della scuola. Organismi che sin dall'inizio
non contavano nulla (e è stato così per anni) che però erano
l'occasione per contarsi e per mettere un tappo istituzionale e
burocratico alle battaglie di massa. Non contano nulla le RSU,
pubbliche e private, non conteranno nulla i lavoratori nel prossimo
sistema e sarà così per anni. Altri elementi emergono dall'analisi
dei tabulati. Per esempio che esiste quasi un sindacato per ogni
dipendente. Segno che i propositi di cambiamento si scontreranno
sempre con una volontà superiore in Italia: quella di ogni gruppo
d'interesse, corporativo, anche riferito a singole amministrazioni ,
di trarre vantaggio dal creare una sigla. Da questa considerazione si
potrebbe desumere che il voto dei lavoratori nella pubblica
amministrazione è , fondamentalmente, un voto di tipo clientelare.
Ma non sta bene, non è politicamente corretto dirlo e noi non
infrangeremo questa regola. Anche perchè c'è qualcosa che non
quadra. Infatti le clientele presuppongono l'esistenza di un bene o
di un privilegio anche piccolo cui accedere.Qui praticamente si
tratta di aspirare a e dividersi il nulla. Quindi una gigantesca e
ridicola allucinazione di massa .A meno che non si attribuisca un
valore al pulire la sedia al direttore di turno prima che la riunione
inizi. Parliamo allora di un condizionamento di tipo socio culturale
che interessa gran parte della platea del lavoro pubblico,
soprattutto in certe zone del Paese, dove la Pubblica Amministrazione
è traguardo sociale più ambito . Ossia, l'illusione che
conquistando un posto fisso si entri in qualche modo in un contesto
privilegiato e che se, durante la propria vita lavorativa si è furbi
e si sa fregare il collega si può fare “carriera”. Senonchè ciò
poteva valere per le passate generazioni. Ora ci sono i contratti
bloccati su base decennale, gli stipendi da fame, le punizioni
disciplinari, i dirigenti nella posizione dei signorotti medievali,
la corruzione eretta a sistema che risorge tra una retata e l'altra,
la vendita del servizio ai privati non nell'interesse pubblico, una
collettività che non ha più soldi, massacrata dal fisco e che
piuttosto si farebbe mutilare pur di non dare più soldi a questa
Pubblica Amministrazione da paese delle banane. Perfettamente
funzionale a tutto ciò è la presenza, in tutti i settori, nella
stessa maniera, dei soliti sindacati, col solito numero di iscritti,
coi soliti voti. Noterete che le organizzazioni più rumorose (i
“conflittuali”), che vi bombardano di e-mail (e lo fanno da anni)
ottengono un risultato striminzito, non sfondano. Poi ce ne sono
altre, di cui non avete mai sentito parlare, non avete mai letto una
e-mail, che ottengono stabilmente risultati ottimi. Ma non si sa
neppure cosa propongono. E' evidente che, nella più fedele
tradizione del sindacato autonomo è gente che “sa” lavorare,
“sa” cosa interessa veramente all'impiegato medio e ha
conquistato una sua credibilità dando prova di saper “far
ottenere” ciò che è più richiesto. Ovviamente nella massima
discrezione.
Non sappiamo cosa accadrà nel 2015,
tra tre anni. Molto dipenderà dal quadro sociale e politico di
allora che ovviamente è imprevedibile. Crediamo, molto
realisticamente, che la scelta di ogni pubblico impiegato (ma, per
quanto detto, ormai, di ogni lavoratore, anche privato) sarà tra
l'essere protagonista di future trasformazioni o quella di aspettare
passivamente e di di vedere cosa accada, cercando, auspicabilmente,
di riuscire a conservare il posto, anche lavorando praticamente
gratis (come sta avvenendo di fatto da un po' di tempo). Quel che è
certo è che il quadro presente nei tabulati dell'ARAN è
rappresentativo non già di una conquistata partecipazione o
protagonismo dei lavoratori quanto dell'inutilità di organismi
concepiti per mettere guinzaglio e museruola ai lavoratori stessi o
quanto meno a quelli, una minoranza, ancora un po' vivaci . Per
fortuna la storia ci insegna che anche costruzioni più complesse
potranno essere bypassate e quindi ignorate da chi vorrà, prima o
poi, prendere in mano il proprio destino.
L'AGL, pur rispettando la volontà
democratica espressa da migliaia di lavoratori e questi organismi che
debbono essere considerati, a loro modo, delle "Istituzioni”, è
comunque orgogliosa di non far parte di questo inganno e di avere le
mani libere da interessi e rapporti imbarazzanti. Utilizzeremo questa
libertà da vincoli per raccontarvi la nostra verità e per proporre
le nostre soluzioni innovative e contro corrente, nel panorama
sindacale italiano , come abbiamo tentato di fare sin dalla nostra
fondazione.