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martedì 24 giugno 2014

L'ITALIA FUORI DAL MONDIALE. ECCO COSA VA VERAMENTE CAMBIATO.


Lasciamo perdere le sciocche polemiche sull'arbitro “Moreno 2.0”. E' un messicano e da quelle parti sanno cos'è il calcio di un certo livello. E' stato un arbitro pienamente all'altezza. Positive le dimissioni di Prandelli e Abete, purchè siano entrambe vere.La vicenda di Abete, classico esempio di “fratello di”, deve insegnarci a mettere dei competenti in determinati posti e non dei "pesci in barile". Tra l'altro incapaci di puntare i piedi quando il Sig. Platini ha mescolato alcune carte, ai sorteggi, con lo scopo di non solo favorire la Francia ma di farlo a scapito dell'Italia (noi che giochiamo in mezzo ai piranha di Manaus mentre la Francia al fresco di Porto Alegre), uno zero anche sul piano della politica sportiva internazionale. Quella di Prandelli è la vicenda e la questione più interessante. A mio parere la persona non è riciclabile a livello di nazionale. L'europeo è stato perso malamente, con un 4 a 0 indecente che ha ampiamente annullato le belle prestazioni precedenti. La Confederations è notoriamente un torneo sperimentale e non indicativo. Le qualificazioni ai mondiali, nel rispetto della curva-tipo prandelliana, sono iniziate bene e finite male, facendoci perdere la qualifica di testa di serie (e ciò ci avrebbe evitato il girone di ferro).Stendiamo un velo pietoso sulle amichevoli. Penosi i risultati e le figure, inutili e fuorvianti gli avversari, sprecate le occasioni di far fare un po' di esperienza internazionale ai papabili provenienti dalle squadre fuori dalle coppe. Da salvare almeno come selezionatore?Impossibile. Prandelli, persona perbene ma che non ha mai vinto nulla,ha costruito una compagine in cui convocati e non convocati lo sono stati per ragioni extracalcistiche. Balotelli è in nazionale perchè è di moda metterci i giocatori di colore , Montolivo (auguri di pronta guarigione) e Aquilani, centrocampisti involuti da tempo, sono delle prime scelte perchè sono in sintonia con tutti gli allenatori e tutte le dirigenze,sulla stessa strada si va incamminando Marchisio, il trio di ex zemaniani ha dovuto sudare sette camicie per conquistarsi rispetto e, una volta avutolo era troppo tardi, la difesa a tre è stata schierata solo all'ultimo per ripicca verso gli schemi di Conte che aveva polemizzato in passato con Prandelli. Ignorata la gerarchia dettata dalla classifica cannonieri, con non convocazioni eccellenti. Per non parlare delle scelte dei portieri dove è stato lasciato a casa un De Sanctis a favore di un Perin che evidentemente ha alle spalle un grande agente e che a momenti poteva essere titolare per il gioco degli infortuni.
Preparazione atletica disastrosa. E' stata la debacle di Coverciano. Abbiamo fatto della nazionale un gigantesco, pachidermico e inutile ministero, pagato dai contribuenti. Ed è proprio questo il nodo da sciogliere. La soluzione, nel 2014, non è nella scelta di un selezionatore alla Bearzot, personaggio irripetibile e di un'altra epoca. Non è neppure nell'ingaggio dell'allenatore vincente e professionista di club alla Sacchi, Trapattoni o Lippi. Oggi potrebbe essere un Ancelotti o Conte o Mancini o Capello (ma quest'ultimo, come Zaccheroni, sta a sua volta deludendo ai mondiali).Bando poi alle fotocopie di Prandelli, quale potrebbero essere un Montella o un Mandorlini. Evitiamo poi allenatori dal valore controverso come Allegri o Ranieri e, per completezza, diciamo tranquillamente che uno straniero non può essere un profeta per la nostra nazionale anche perchè sarebbe troppo costoso e la nostra stampa lo farebbe fuori rapidamente. Chi allora? Semplice : nessuno. Nessuno? Si. Partiamo da Coverciano: significa potere, soldi, posti di lavoro a spese nostre. Ma è inutile, costoso e dannoso per il nostro calcio. Tagliamolo. Poi...basta con la politica sportiva. Ci serve solo chi si faccia rispettare a livello internazionale. Ecco, questo ruolo potrebbe essere direttamente esercitato da una personalità vera e non da un “fratello di” un potente (banchiere o manager o trombato della politica).Sarebbe un enorme risparmio di risorse pubbliche. E poi il CT. Basta con la scelta di un solo uomo per il biennio o il quadriennio. E' verificato: chiunque sia, anche il più bravo, non ha la possibilità di dare un gioco alla nazionale. Si faccia così allora. Quando si approssima una amichevole o un torneo si dia un incarico temporaneo e retribuito adeguatamente all'allenatore del club che in quel momento, in campionato, è in testa e esprima il miglior gioco, quello vincente. Tipicamente avrà una squadra con metà di italiani e metà stranieri. Ovviamente il suo compito sarà di fare una formazione in cui al posto degli stranieri vengano scelti giocatori italiani dalle caratteristiche simili tali da poter riprodurre quel dato gioco in quel momento vincente. Si tratterebbe di adottare la politica dei blocchi ma facendola gestire da chi quel blocco l'ha creato e lo usa correntemente. Perchè ciò dovrebbe essere fatto da un terzo, che avrebbe delle ovvie difficoltà? Questa è la sola maniera di essere sicuri che in un dato momento venga schierata la nazionale più forte. E che le risorse del contribuente vengano impiegate per mettere in campo una squadra che dia veramente lustro alla nostra Patria!

Roberto Fasciani

sabato 14 giugno 2014

CARO MONTEZEMOLO, PERCHE' , SE VUOLE LASCIARE LA FORMULA 1 PENSA DI RIPORTARE LA FERRARI NELLA ENDURANCE (LE MANS). NON SAREBBE MEGLIO (E ORA), FINALMENTE, FARLA ENTRARE IN FORMULA INDY?

Questa la notizia-bomba:

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Formula 1, Montezemolo shock al Wall Street Journal: "La Ferrari potrebbe lasciare il circus"

Secondo il n. 1 delle Rosse, intervistato dal quotidiano finanziario, la casa di Maranello potrebbe passare alle competizioni di auto sportive entro il 2020. "La F1 non sta funzionando,la federazione la sta portando al declino"
NEW YORK - La Ferrari potrebbe lasciare la Formula 1 ed entrare nelle competizioni di auto sportive entro il 2020: lo scrive il 'Wall Street Journal' che ha intervistato il presidente della scuderia di Maranello, Luca Cordero di Montezemolo. La "Formula uno non sta funzionando", ha dichiarato Montezemolo nell'intervista. "E' in declino perché la Fia si è dimenticata che le persone guardano le gare per divertimento. Nessuno vuole vedere un pilota risparmiare benzina o le gomme. La gente vuole vederli spingere. E' uno sport ma anche uno spettacolo - ha proseguito Montezemolo - Di certo non possiamo gareggiare con le sports-car e in Formula Uno. Non è possibile".

Intervistato nel suo ufficio a Maranello, il presidente delle Rosse si è detto contrario, tra le altre cose, alla norma che impedisce lo sviluppo sui motori durante la stagione. "E non possiamo toccare i motori", ha aggiunto, spiega ancora il 'Wsj'. “””””””””””””””””””

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E' dall'abbandono di Schumi nel 2006 che noi tifosi della Rossa abbiamo la netta sensazione che la dirigenza Ferrari non ne abbia imbroccata una.Il mondiale di Kimi del 2007 non mi fa cambiare idea, anche perchè sono ricorrenti le voci che lo legano a una presunta compensazione per il danno subito dalla McLaren e dal “traditore” , il capo meccanico inglese di Maranello tra l'altro recentemente scomparso per un tragico incidente stradale.Aveva ragione chi, come me, ribadendo sin da allora che i meccanici italiani sono i migliori al mondo non altrettanto poteva dirsi per gli ingegneri, per i dirigenti sportivi,per i piloti tricolori. Troppe le carenze delle nostre università tecnico-scientifiche, dei percorsi selettivi manageriali all'interno delle aziende italiane e dura da sconfiggere la pratica della raccomandazione e della scelta per censo,diffusa anche nel mondo dei piloti e del loro accasamento in scuderie prestigiose.E chi (solo io) avendo seguito la Ferrari sin dagli anni '70 ricordava invano ai neo-sciovinisti pro-Ferrari l'eccezionalità del fenomeno Schumi. Un campione così costante a quei livelli non si era mai visto (non si è tedeschi per caso), era una benedizione del Cielo e ci saremmo ricordati di lui solo dopo che quel volante fosse stato ghermito da altre mani, pur degne, ma altre mani. Fenomeno Schumi che ovviamente trovò una fatale coincidenza con l'avvento di altri, unici e irripetibili numeri uno, incrociandoli: un franco-alsaziano che poi farà la carriera che meritava, un silenzioso e geniale ingegnere sudafricano, un simpatico orso inglese capace poi di vincere un mondiale di F1 con una macchina portante il suo nome, uno che se fosse rimasto alla Mercedes sicuramente oggi non avrebbe consentito a Red Bull di recuperare a velocità doppia , rendendo possibile un futuro duello ravvicinato fino a fine stagione.Dopo l'abbandono di Byrne solo una cosa doveva fare Luca: iniziare una corte spietata (così come lui ne è maestro quando si tratta di bellissime donne, però) al Genio, all'Ing. Newey.E non si dica che era un problema finanziario, perchè nel frattempo, Fiat e Ferrari ne hanno buttati via tanti, di soldi. E invece no. Si credette (e si crede) in un made in Italy esistente solo sulla carta in campo ingegneristico. Ed ecco i risultati (attenzione,questa è la regola ma sono italiano e sarei il primo ad essere felice se fosse verificato che la Mercedes sia così migliorata per l'arrivo nel 2014 dell'Ing. Aldo Costa, cacciato da Ferrari nel 2011 -forse perchè tutti gli altri ingegneri del team non erano del suo stampo? Sarebbe una conferma alla mia tesi-).
Così come per i campi di calcio in cattive condizioni o per le condizioni meteorologiche, i mali di questa Formula 1 riguardano tutti alla stessa maniera. Quindi non è giustificabile la defaillance Ferrari con le limitazioni tecniche e le difficoltà di provare prima dei gp.
Sempre il sottoscritto, in anni insospettabili, diceva e scriveva che una Ferrari così vincente, negli anni 2000 e lo stesso valeva per Michael, dovesse trovare, “inventarsi” sfide e traguardi nuovi.Se ben ricordate, anche allora veniva detto che i gp erano noiosi, che erano troppo tecnologici, che non c'erano sorpassi.Poi la risposta venne, ma di tipo diverso, indotta dalla globalizzazione.Circuiti nuovi, con carreggiata più larga, in paesi esotici, per pubblici nuovi e appassionati. Lasciando la tifoseria della vecchia Europa al suo destino e alle sue nostalgie.
E anche allora dicevo: ma perchè non la Formula Indy? Mi si rispondeva:troppi ovali, troppo noiosi per gli europei, troppo pericolosi.Lo dicevano anche i migliori piloti.Lo stesso Alesi ricordava poche settimane fa come l'amico Schumi gli avesse sconsigliato di iscriversi di recente alla 500 miglia di Indianapolis, rischiando la vita. Quando si dice delle beffe del destino...
E, erano gli anni duemila, io rispondevo: non è vero. Ci sono gli ovali ma anche tanti circuiti cittadini.E i circuiti stradali all'europea. E poi corrono anche fuori dagli USA, in centro e sud America, in Asia talvolta e qualche puntatina anche in Europa. Certo, lo ammetto, ero gasato dai successi di Zanardi sull'auto del team Ganassi di fine anni 90, guarda caso rossa anch'essa...Anche allora poi mi colpiva, in epoca di diritti televisivi, l'orario di queste sfide, tutte in prima serata, dato il fuso orario e quindi appetibilissimo. E la presenza di tutte le maggiori case mondiali, nella fornitura dei motori. Tranne la Fiat e la Ferrari, peraltro attive in America – anche con Maserati-proprio nella Endurance. Perfino piloti italiani non valorizzati in F1 trovavano in Formula Indy spazi per affermare il proprio valore.
Successivamente il tema perse di appeal per varie ragioni. La crisi all'interno del mondo motoristico Usa che provocò scissioni e la nascita di serie parallele, la sofferenza per la concorrenza delle Stock Cars, la serie più amata e più ricca in America,la crisi economica in Europa che ha indotto molti a più miti consigli, le speranze derivanti dalle aperture della f1 a paesi emergenti, medio o estremo-orientali.La paura dei circuiti italiani di uscire dal giro che conta. E il conseguente afflusso di nuovi costruttori e finanziatori.
Ma oggi, nel 2014 e nei prossimi anni (non dimentichiamo che per gli impegni contrattuali pluriennali queste decisioni e svolte non possono mai trovare una attuazione immediata) la situazione sta mutando e la dichiarazione di Montezemolo lo testimonia.Attraverso la Tv satellitare anche in Europa la massa dei tifosi ha iniziato a seguire e a comprendere la specificità degli ovali e ad appassionarsene.I circuiti cittadini e stradali americani non hanno nulla da invidiare a quelli della f1 e anzi ricordano la f1 degli anni 70, la più bella.Sul turbo negli Usa sfondi una porta aperta. L'hanno sempre avuto e sviluppato.I registi e le Tv Usa, in campo sportivo sono i migliori al mondo e garantiscono uno spettacolo senza pari.Gli orari dei Gp americani sono perfetti per il pubblico europeo. Gli Usa stanno superando la crisi e gli spalti saranno sempre più pieni (non altrettanto si può dire dei paesi che la f1 ha scelto come nuova frontiera, dove addirittura aumenta il rischio terrorismo e tentazioni dittatoriali). Parliamo poi di mercato dell'auto. La Fiat ha acquisito la Chrysler, l'italo-canadese Marchionne è a Detroit, quello Usa e centro-sud americano è stato e sarà un mercato fondamentale per Fiat e Ferrari (e per i loro tradizionali sponsor e fornitori)e allora perchè evitare la concorrenza sui circuiti americani con le dirette rivali commerciali in Usa che in quella serie già hanno le loro macchine?Non si può perchè non si correrebbe più in Italia?Non è vero. Il contratto di Monza con Ecclestone è in scadenza, Imola potrebbe rientrare clamorosamente (gli americani impazziscono per le leggende) e addirittura un Gran Premio di Roma potrebbe essere tirato fuori dal cassetto dei sogni irrealizzabili.Potremmo cioè avere 3 gp in Formula Indy . Gli americani ci pagherebbero a peso d'oro per realizzare ciò.Insomma un rilancio nell'ambito di un nuovo circus che il buon vecchio Ecclestone e il suo erede designato (ma non convintissimo) Horner non sembra abbiano le potenzialità di contrastare attraverso una “riforma” di questa F1.Briatore ad esempio – che è uno che il fiuto per gli affari e per le imprese sportive ce l'ha sempre avuto -ha già fatto capire che questa formula per lui è da azzerare e rifare e che quindi non intende tornare né tanto meno spendere soldi per tentativi velleitari e fallimentari né tanto meno per escamotages improbabili.
L'avvento della Ferrari, di per sè, produrrebbe un salto di qualità in quella formula con l'arrivo dei talenti veri a livello mondiale, limite questo, inutile negarlo, dell'attuale formula americana.
Per chi se ne volesse fare un'idea, questo il sito ufficiale
http://www.indycar.com/
Caro Montezemolo , cosa aspetta? Le chiediamo di avere lo stesso coraggio e determinazione che il Drake, l'Ing. Enzo Ferrari ebbe, nel 1964, nella vicenda che portò la Ferrari a essere protagonista in America (e quindi nel mondo) con la Scuderia NART.

Roberto Fasciani