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venerdì 27 marzo 2015

LANDINI: LA FOGLIA DI FICO CHE INIZIA UNA VERTENZA CONTRO LE VERGOGNE CHE COPRE DA ANNI

Allora ci siamo. Anche il buon Maurizio non è riuscito a resistere alle lusinghe del circo mediatico che da anni, provocandolo con sondaggi mirati, lo indicava come un leader, anche politico, con gli indici di  gradimento più allettanti. Da mesi notavamo che i suoi interventi televisivi erano molto meglio costruiti, con frasi fatte e slogan ricorrenti e incisivi, segno evidente dell'intervenuta assistenza di qualche guru della comunicazione. Ora tutti ci domandiamo: quando cambierà anche l'acconciatura dei capelli e il look in modo da renderlo più attraente soprattutto per l'elettorato femminile? Basta solo attendere un pò.
Certo, la proposta è quanto di più fumoso e indeterminato possa apparire (impietoso, a questo proposito, lo sketch di Crozza). Quel che si è capito è che secondo lui in Italia chi per vivere è obbligato a lavorare non ha più chi lo rappresenta. Una bella consolazione per chi da anni paga la quota sindacale di FIOM e CGIL. Gli rimborseranno i soldi? Trasformeranno quelle tessere in Carta acquisti per la Coop? Chissà...
Poi abbiamo capito che non vuol fare un partito. Non una grande novità. E' dall'inizio degli anni '90, con Segni e Berlusconi , fino a tutt'oggi (con Passera) che la parola partito è bandita se si vogliono prendere i voti.Poi ha fatto capire chi non potrà salire sul carro: i partiti attualmente a sinistra del PD in quanto tali con i loro leader sputtanati nè tanto meno la cosiddetta minoranza PD o i sindacati di base e conflittuali che non lo hanno mai amato .  A tutti costoro, così come alla parte non Fiom della CGIL sarà possibile solo partecipare individualmente ai cortei e alla platea delle future manifestazioni.Non di più. Figuriamoci eventuali posti in lista, inimmaginabili specie considerando che lo stesso Landini sfugge come la peste l'ipotesi di candidarsi, lui , la sua coalizione nè di indicare personalità da votare. Esclusa anche la possibilità che questa coalizione possa servirgli per sostituire la Camusso. Si illude se pensa che la CGIL in futuro faccia eleggere i dirigenti non dall'apparato ma dai delegati aziendali. E lui, nell'apparato CGIL, lo sanno tutti , pur avendo 350.000 iscritti Fiom, vale un 5% dei consensi. Il 5%: circa la superficie di una foglia di fico in rapporto a quella del restante corpo umano.Conta su una imminente crisi negli iscritti e nel consenso della CGIL per proporsi come salvatore della baracca? Improbabile: la CGIL è pur sempre un bel baraccone di milioni di iscritti, con interessi radicati e intrecciati con settori dell'economia italiana, nel quale la composizione media degli iscritti, la loro provenienza, il loro modo di pensare, il reclutamento dei funzionari, il loro modo di trattare i lavoratori non hanno nulla a che vedere con l'immagine che Landini vuole dare di sè.In realtà lui vorrebbe coinvolgere organicamente Emergency e soprattutto Libera di Don Ciotti che però ha già precisato di non aderire in toto ma solo tramite alcune sue associazioni. Ma il problema è che siamo in Italia e ogni associazione è gelosa della sua autonomia, non si lascia teleguidare e purtroppo è rappresentativa, volente o nolente, di interessi preesistenti, con cui fare i conti.
Si evocano Syriza e Podemos, dimenticando che già in Italia e su misura delle caratteristiche del nostro Paese c'è il Movimento 5 Stelle che ha uno zoccolo duro, ormai, del 20% , che fino al 2018 ha i suoi parlamentari e che prima o poi troverà qualcuno (non certo Landini...)  in grado di completarlo con ciò che gli manca per essere il rivale, lo stabile rivale, del PD al ballottaggio del nuovo sistema elettorale. Un movimento che comincia ad avere le idee chiare (lo abbiamo visto da come abbia subito sputato in faccia a un Di Pietro che voleva candidarsi a Sindaco di Milano l'anno prossimo) e qualche leader riconoscibile e soprattutto molto, molto giovane. Landini ha poi (lo si legge nelle dichiarazioni che rilascia) capito per ultimo che destra e sinistra sono concetti superati, che il mondo è cambiato e cambierà sempre di più . Le vere macchine da guerra elettorale del futuro saranno PD e M5S, le uniche due forze in grado attualmente di saper essere trasversali nei valori proposti. Un Landini erede dell'ultrasinistra operaista del 4% non sarebbe altro che l'altra faccia di un Salvini che rimanesse confinato nel Lepenismo, cioè incapace di battere in velocità Renzi nella costruzione di un partito liberale di massa. Non a caso Landini e Salvini vengono indicati da tutti come i nemici ideali di Renzi, quelli che gli garantirebbero vent'anni di potere.
Ultimamente qualcuno, nello staff renziano, ha lanciato un allarme su questo tentativo di Landini. Sostengono che se arrivasse all'8-10% alle elezioni, erodendo l'elettorato del PD, costringerebbe sicuramente il PD al ballottaggio.A mio parere è una preoccupazione ingiustificata. Quello che Landini non ha capito è che i lavoratori, la maggioranza di essi, ha colto cosa è la CGIL, come opera, in quanto l'ha conosciuta e la osserva ogni giorno sui luoghi di lavoro. Un sindacato-industria che non ha più nulla a che vedere con i nobili ideali che ne videro la nascita agli inizi del 1900 e con le lotte degli anni '70.I lavoratori sanno che la polemica tra UIL-CGIL e il governo non è in loro nome ma per la difesa di interessi consolidati. Così come i regimi del socialismo reale, entità create in nome del riscatto dei più deboli si sono trasformati, storicamente, in strumenti di oppressione. La Camusso sarà in Piazza del Popolo a supportare Landini, la foglia di fico della CGIL. Ma come può Landini pensare di svincolarsi dalle vergogne di un sistema di potere che presto decadrà sotto i colpi delle riforme di Renzi e del desiderio dei lavoratori di trovare nuove forme di rappresentanza e un nuovo ruolo collettivo, in un mondo che cambia, nei confronti di una nuova imprenditoria? Credono davvero i D'Alema, le Camusso, i Landini che il mondo del lavoro stia aspettando da loro quelle risposte che non sono riusciti a fornire in questi vent'anni?