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venerdì 20 luglio 2012

CONDIZIONE DELLE MAMME IN ITALIA: FELTRI APRE LA LUCE, LA SEN.OMBRETTA COLLI (AIUTATA DA LUI) LA CHIUDE

Interessante botta e risposta tra il Direttore Feltri e la Sen.Colli.
Feltri:
http://www.ilgiornale.it/news/interni/bimbe-lasciate-auto-e-madri-lasciate-sole.html
Colli:
http://www.ilgiornale.it/news/interni/feltri-ha-ragione-cos-mamme-vanno-aiutate.html
Innanzitutto quantifichiamo l'entità del fenomeno: 5 milioni di casalinghe, gli uomini sono solo 63 mila. Lo dice l'ISTAT: leggere per credere
http://www.dimmidove.it/dettaglioflash.php?id_flash=30945
La notizia pertanto riguarda un caso (milanese) fondamentalmente metropolitano.La mamma in SUV (a cui consigliamo di vendere il SUV, comprare una utilitaria e destinare un pò di soldi in baby sitter) che non sapendo dove sistemare le figlie se le porta dietro al supermarket e le lascia in macchina poco tempo per andare a fare degli acquisti.
Condividiamo molte delle osservazioni di Feltri. Le famiglie sono disincentivate, di fatto, dallo Stato, a procreare.Ma è inutile mettersi le mani nei capelli per l'eventuale sorpasso demografico degli stranieri. Quello avverrà comunque, facciamocene una ragione così come riguardo alla futura multietnicità del nostro Paese. Già oggi le mamme straniere, in famiglie che lavorano e pagano le tasse, hanno problemi identici a quelli delle italiane. E poichè gli esseri umani hanno pari dignità, lo Stato di entrambe deve occuparsi.Giusto aspirare a un maggior impegno lavorativo delle donne (Feltri fa proprie dunque due storiche bandiere della sinistra e delle femministe) ma oggi, nel 2012, siamo un pò più avanti: deve essere una libera scelta e nel caso di impegno totale in casa ciò non necessariamente si traduce in danno ma , se sostenuto, in beneficio per il Paese, in termini di risparmio e qualità dei servizi e di qualità della vita (più affettività) per la crescita dei figli. Non è paragonabile l'apporto di una insegnante retribuita con quello diretto di una mamma.Proprio perchè le città sono radicalmente cambiate e la famiglia si è destrutturata.Ma se la libera scelta della donna è di lavorare (e la libertà c'è laddove non si è obbligati dal bisogno) allora lo Stato ha il dovere di surrogare, nella qualità e nei tempi, le esigenze delle famiglie, per esempio con un tempo pieno che arrivi fino alle 18-19 dei giorni lavorativi.Altro tabù da sfatare: la durata delle vacanze scolastiche. Perchè 3 mesi? Impegnamoci piuttosto a rendere più gradevole la vita nelle strutture scolastiche. E' vero: le private sono organizzate meglio e risparmiano rispetto alle pubbliche. Ma le pubbliche non sarebbero più competitive se lo Stato fosse più propenso a investirci sopra?No, non lo si è fatto, il privato è cresciuto, ha aumentato gli utenti e aspiranti tali e oggi quello che in Costituzione era aborrito (soldi pubblici alla scuola privata )è diventato un must per tutti gli amministratori locali. Resta però, nonostante tutto, opaco il sistema di agevolazione della famiglia per una libera scelta. I redditometri non funzionano, il caos fiscale è talmente imperante che, così come avviene per le case popolari, anche per le scuole è altamente presente il rischio che il più bisognoso venga sfavorito a vantaggio del meno bisognoso più furbo.Comprensibile l'amarezza di Feltri per l'inadeguatezza della politica negli ultimi anni sui temi della scuola e della famiglia. Ma osserviamo che questi partiti non si sono votati da soli. Qui l'abolizione delle preferenze non c'entra nulla. Questi politici, sono, tutti, specchio della maggioranza degli elettori italiani i quali non credono in una educazione di contenuti e di valori ma in una scuola di vita fondata sulla furbizia, la prevaricazione e l'interesse. In sintesi: i soldi per la scuola pubblica sono inutili, meglio non pagare le tasse  e spendere quei soldi in scuole private (anche religiose)che garantiscano disciplina, riparo dalla delinquenza e preparazione severa in vista di una università altrettanto esclusiva che possibilmente promuova l'ingresso del proprio figlio nella futura classe dirigente. Altro che istruzione come fattore di competitività per tutto il Paese!Competitività si, ma per uso privato, a vantaggio dei ceti forti a scapito dei deboli. Ma nell'uno e nell'altro caso la novità è che i soldi non ci sono più. Per cui non si sa dove suggerire ai politici (che puntualmente non ci ascoltano) di recuperarli. Feltri pensa a ridurre gli ammortizzatori sociali mascherati (false pensioni, forestali, assunzioni statali clientelari) la Sen. Colli addirittura se la piglia con le giornate perse dagli insegnanti in distacco sindacale.Insomma: si apre la luce ma poi la stessa si chiude scadendo nella trita e ritrita polemica politico-ideologica.
Per carità,possiamo essere anche d'accordo nel merito. Siano benedetti la Guardia di Finanza, la Corte dei Conti e le Autorità di controllo quando scoprono e colpiscono gli abusi denunciati da Feltri (e da noi) e chissà quando si occuperanno di verificare di nascosto se i distaccati svolgono effettivamente attività di dirigente sindacale e non invece i fatti loro avendo l'unico merito di essere amici, parenti o amanti di boss sindacali (ma scusi, Sen. Colli, lei affiderebbe fino alle 18 i suoi figli a insegnanti "recuperati" dopo aver truffato lo Stato in questa manierà?). Ma diciamoci la verità: per una volta non sarebbe opportuno chiedere non al Governo di turno ma al complesso dell'elettorato: "scusa, ci spieghi che tipo di istruzione vuoi tu per i tuoi figli e quanto saresti disposto a spenderci?". Allora si che avremmo le idee chiare sia per stabilire gli oneri ma anche, eventualmente, per convincerci che la Costituzione, su questo argomento, forse andrebbe un pò aggiornata.