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lunedì 9 luglio 2012

SPENDING REVIEW:THE DAY AFTER

“La CGIL se farà uno sciopero generale lo farà unitario A SETTEMBRE “(cioè con CISL, UIL e, con le debite distanze, con l'UGL). “Non esclude però una mobilitazione a luglio, sulla sanità”. Quindi sicuramente il Paese non verrà bloccato. Se lo fosse stato ora il governo PDL-PD-UDC sarebbe entrato in crisi. E non può, perchè deve portare a termine il suo compito. Lui, e non altri. Monti, non i partiti che lo sostengono. L'energia di tutti i lavoratori italiani verrà quindi convogliata e liberata quando in Parlamento tutto sarà fatto e compiuto. La stessa Confindustria, con Squinzi, può permettersi, pubblicamente, in coro con la CGIL, di dire peste e corna del governo (indispettendo Monti, a cui certe cose non erano state dette neppure dai suoi allievi all'Università). CGIL, CISL, UIL, UGL sono i sindacati che hanno i loro referenti politici nei partiti che sostengono il governo, per questo alle consultazioni vengono invitati solo loro. Occorre ammettere però che sono gli unici sindacati a saper portare in piazza migliaia di lavoratori (i quali non sanno più a che santo votarsi per evitare il peggio del peggio). Quindi qualche merito l'avranno. Quanto meno sono i più convincenti e rassicuranti. Gli altri sindacati? Tutti molto (a me) simpatici ma , purtroppo, zero. Politicamente (non sono interlocutori della politica, tutt'al più ottengono ogni tanto una interrogazione parlamentare) , organizzativamente (le cifre sparate sugli iscritti sono da sempre oggetto di ironia) socialmente (poche iniziative, con poche persone, che non preoccupano nessuno). Ciò vale sia per i sindacati “autonomi” che per quelli “antagonisti”. Nonostante tutti gli iscritti a qualunque sindacato siano sicuramente appassionati alla causa e in buona fede (mentre, diciamoci la verità, molti dirigenti sindacali lo fanno solo per business). Purtroppo partecipare a un sindacato in Italia per i lavoratori significa essere presi per i fondelli. L'unica speranza, per il singolo lavoratore, è che in questa battaglia il vaso non caschi in testa proprio a lui ma al vicino. Chissà in quanti uffici pubblici già dirigenza e funzionari stanno facendo i conti su a chi toccherà. Un po' come a scuola, quando, con tabelle sofisticate, si cercava di capire a chi sarebbero toccate le prossime interrogazioni.


Quindi sta passando tutto, ma proprio tutto, quanto voluto dalla classe dirigente del nostro Paese in danno delle condizioni di vita dei lavoratori, pubblici e privati. Questo sistema politico è concepito per autoconservarsi (e ci riuscirà), questo sistema sindacale per tutelare se stessi e i potenti.


E il lavoratore/cittadino? Paralizzato. Dalla paura di essere licenziato, di non riuscire più a pagare il mutuo o di perdere la casa acquistata. Le banche ed Equitalia sono lì ad attenderci. Lotta sociale? Inutile perchè ci sono i sindacati a controllarci. Ribellione elettorale (Lega Nord, SEL, IDV, Grillo)? Impraticabile. Se ne andrebbe qualsiasi sicurezza di preservare quel poco che si è risparmiato. L'italiano è politicamente moderato perchè è prudente. Ma è chiaro che siamo sotto ricatto.Non cambierà nulla , almeno politicamente. Inutile minacciare il non voto o il voto in cambio dell'impegno a depotenziare la spending review. Soprattutto l'impiegato pubblico vota il singolo partito nella stessa proporzione in cui lo fa il resto dell'elettorato. E continuerà a farlo, per prudenza. Sono possibili exploit ma una volta sola. C'è poi un altro dato che condanna in partenza gli impiegati pubblici. Presso il resto dei cittadini la popolarità loro (e della P.A. Cui appartengono) è agli stessi livelli rasoterra di quella dei politici. La popolazione cioè manderebbe volentieri all'inferno la P.A. (con il suo contenuto umano) e la Politica (indipendentemente dall'appartenenza partitica). Difficile che gli uni o gli altri possano fungere da base per il riscatto dell'Italia.


Troppo tardi (CISL)pensare alla riorganizzazione per evitare i tagli. I tagli ci saranno e dovranno essere i cittadini, nel Day After, a pretendere di avere determinati servizi che da anni mancano o sono insufficienti indipendentemente se da un soggetto pubblico o privato. Altrimenti, sì che verrebbe meno la coesione e il senso stesso delle Istituzioni. Guardiamo alla realtà: il personale pubblico (funzionari e dirigenza) attualmente non ha più credibilità. Occorreva pensare prima a evitare di delegare, come propri rappresentanti, carrieristi senza scrupoli e traffichini, capaci solo di tutelare se stessi e men che meno di svolgere un ruolo propositivo.E di rafforzare sigle sindacali esistenti ad immagine e somiglianza dei partiti, garanti, per loro conto, dell'ordine sociale.


E' dal 1980 che la contrattazione è una finta contrattazione (è da allora infatti che su questo subiamo un vero e proprio lavaggio del cervello) e quindi da allora si è sviluppata una finzione, un teatrino, che ha portato solo danni e povertà, che ha raso al suolo la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. L'appiattimento retributivo e di carriera ha demotivato tutto il personale e, dal 1993, la scandalosa retribuzione che hanno cominciato a percepire “dirigenti” promossi per raccomandazione ha completato il lavoro. E poi la corruzione, il malaffare, il nepotismo, e chi più ne ha più ne metta.


La falsa privatizzazione ha ucciso una PA già cadavere. Finora si era tirato avanti perchè le risorse ancora bastavano. Ora la festa è finita e molti ci rimetteranno posto e pensione.Anche perchè la retribuzione è talmente bassa che se di nascosto non ce la erogassero neppure ce ne accorgeremmo. Vale a poco l'allarme sulla fine dei servizi essenziali. In pratica già sono inesistenti o se ci sono, pura illusione. Ognuno di noi, raccontando episodi vissuti in prima persona, potrebbe attestarlo.


Siamo d'accordo nel cercare di riorganizzare la PA attraverso una concertazione tra Governo e parti sociali ma tra queste ultime debbono essere ricomprese anche le organizzazioni dei consumatori. E poi insistiamo, fino alla noia: occorre una alleanza tra chi lavora in buona fede nella PA e i cittadini/utenti esterni ad essa. Questa è l'unica cosa che temono i governanti, i banchieri, la partitocrazia, le gerarchie sindacali. Andiamo oltre queste forme organizzative dei lavoratori, oltre queste divisioni artificiose in sigle sindacali. Se la contrattazione deve essere finta, meglio che venga abolita. Se i meccanismi di rappresentatività diventano la maniera per rendere impossibile e impotente una vera dialettica, aboliamoli, torniamo all'assetto precedente. Se gli interessi dei lavoratori della PA e quelli costituzionalmente tutelati degli altri cittadini sono entrambi compromessi dal crollo di un sistema economico e sociale, poniamoci l'interrogativo se abbia ancora senso una legge sulla limitazione del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali.


E infine finiamola con gli opportunismi anche interni alla fascia dei lavoratori pubblici “normali”. Ci facciano capire, anche attraverso forme democratiche di consultazione, quali forme di lotta siano disposti a adottare se, cioè, sono veramente disposti a tutto , determinati a rivoltare questa Pubblica Amministrazione, le sue assurdità e i suoi privilegi, come un calzino.


Le organizzazioni sindacali del lavoro pubblico che sono disposte a questo salto di qualità nella lotta per l'esistenza (dei lavoratori, delle loro famiglie e dei servizi) si facciano avanti e si impegnino unitariamente. Quelle intenzionate al doppio gioco vengano isolate e i loro fautori cambino mestiere, perchè il tempo della pazienza è finito.