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sabato 10 settembre 2011

INTERVISTA A MAURIZIO SOLDATI IN OCCASIONE DELL'EVENTO DEL 31 AGOSTO A BAGNARA CALABRA

Link del TG3 Calabria con il servizio e l'intervista a Maurizio Soldati (regista teatrale e nostro Segretario Generale CSE-FNILCS)
(nella pagina Facebook cliccare su "CONTINUA"; il servizio di due minuti inizia al minuto 15:30 e finisce al minuto 17:30)

NOTIZIA CON FOTO DELL'EVENTO

RASSEGNA STAMPA




Relazione Bagnara post serata
a cura di
Maria Carmela Fedele

BAGNARA CALABRA- Un’ intera serata nel segno e nel ricordo di Don Italo Calabrò, sacerdote reggino scomparso agli inizi degli anni novanta, quella registratasi nella giornata di mercoledì 31 agosto nella ridente cittadina di Bagnara Calabra. Presenti molte autorità locali e non, per una partecipata iniziativa commemorativa che ha vissuto più momenti e luoghi. E difatti alle ore 19 presso l’anfiteatro comunale, è stata posta una targa in ricordo dell’amato sacerdote sotto lo sguardo emozionato del fratello e presidente per le autorità delle garanzie delle telecomunicazioni, Corrado Calabrò. Presenti a questa intitolazione dello spazio del Belvedere, il sindaco di Bagnara, dott. Cesare Zappia, il vice-sindaco Giuseppe Spoleti, l’assessore provinciale alla cultura Edoardo Lamberti Castronuovo, il presidente Giuseppe Tuccio, il dott. Giuseppe Bova per il “Rhegium Julii”, il regista e maestro Maurizio Soldati, curatore dell’intera iniziativa, Don Antonino Denisi e Don Giuseppe, parroco di Santa Maria degli Angeli in Porelli di Bagnara che ha benedetto la targa celebrativa. Un momento questo molto significativo nel quale palpabile e viva è stata l’emozione, scrutabile negli sguardi e nei volti dei presenti immersi nella totale riflessione circa la persona del sacerdote reggino e la testimonianza di vita che lo stesso può dare all’intera cittadina. Alle 21 poi è andato in scena, in un’insolita location quale quella del porto sito nel rione “marinella”, il recital “Ad Eccezione”, serata con l’autore, sotto la magistrale regia di Maurizio Soldati che ritorna a Bagnara, a distanza di tre anni, con uno spettacolo imperniato sulle poesie ed i versi dello scrittore Corrado Calabrò. Interprete quest’ultimo dei propri scritti insieme all’attrice Daniela Celabrano in scena con il pianista vibonese Vincenzo Mirabello ed il ballerino tropeano Francesco Taccone. Versi, poesia, teatro, musica e danza, le grandi arti che si fondono insieme alla ricerca di un gusto estetico, di un’armonia e di un folle equilibrio che riesce a far vivere i versi redatti dal presidente Calabrò attraverso una magia difficilmente raccontabile poi a parole. E la Calabria fa così parlare di sé non soltanto per misfatti legati alla criminalità o alle grandi personalità quanto per i talenti che la stessa terra possiede e coltiva. Ad introdurre il recital, un video-racconto sulla vita di Don Italo, fotogrammi ed interviste dello stesso sacerdote che ne raccontano la storia illustrandone il pensiero. Ricorrono così, tra le immagini, temi quali la non esclusione alcuna e la lotta per la vita che non ammette deleghe e che richiede coerenza ed amore per la verità fino al sacrificio personale. Al termine una scena essenziale e sobria, fatta di sole luci e tipico fondale nero, accoglie su palco Corrado Calabrò e Daniela Celebrano. Unico strumento di narrazione una voce iper espressiva ed una prorompente presenza scenica che lascia rivivere i suoni, le immagini e la vita che lo stesso Calabrò sa magistralmente catturare in versi. Poesie redatte tra l’artificioso e seppur innato utilizzo di immagini legate alla natura più incontaminata eppur nota a tutti. Alberi, nebbia, frutti, sole e luna si lasciano attraversare da uno scientifico rigore descrittivo che acquista semplicità nell’incontro con quelli che sono elementi legati al quotidiano autobiografismo fatto di nomi, strade ed esperienze quanto più umane e vive nel ricordo dell’autore stesso. E la natura fa da cornice ad un’esasperata religiosità che profuma di aulico e di Dio ed un intero impianto filosofico si interroga tra una natura che è funzionale alla Vita ricercata tra suoni e parole. Una forza immaginifica impegna fino allo sfinimento un uditorio, pur sempre attento ed accorto a cogliere il tutto in pienezza così come la poesia di Calabrò merita. A coadiuvare tale lavoro fatto d’ascolto ed immaginazione, una particolare esecuzione al piano di Vincenzo Mirabello, la cui bravura verrà poi esaltata a fine spettacolo dallo stesso regista Soldati. Un crescendo di note e ritmi accompagnerà i sinuosi movimenti del giovane ballerino Taccone, che racconterà di un giovinetto accorto nel vedere ed apprendere per la prima volta così come un tipico fanciullino pascoliano sa fare. E quel fanciullino sembra essere proprio lo stesso autore che sul palco, con umiltà, si mette a nudo quasi riuscendo a non apparire autore stesso dei versi. Risaltano alla mente i versi della poesia “Fratello”, la cui carica emotiva nel ricordo del fratello riconducono direttamente a Don Italo ed alla sua coerenza divenuta ragion di vita. Poesia che viene proposta in una esecuzione solista, che vede protagonista l’autore, ed in una seconda esecuzione in duo con l’attrice Celebrano. Un dialogo che riporta la figura di Don Italo all’incontro necessario con il prossimo e che appare come mandato perché tutti possano far rivivere tale insegnamento nel proprio quotidiano. E l’alternanza tra voce maschile e femminile dei due interpreti risulterà essere arma vincente per l’intera serata. Al termine del recital poi una seconda sezione della serata verrà dedicata alla memoria del sacerdote attraverso le testimonianza dirette del Presidente Giuseppe Tuccio e del dott. Giuseppe Bova. Il primo dirà<< Monsignor Lanza redigendo il “Documento dei vescovi del Mezzogiorno d’Italia” consegnò allo stesso don Italo uno scritto che sottolineava l’importanza del recupero forte della dignità calabrese. Don Italo fece di tale documento una vera professione di fede e quando Mons. Ferro lo volle come suo assistente e segretario egli inventò il laboratorio nazionale del Mezzogiorno a testimonianza di quanto amasse la propria terra. Egli è stato un uomo di grande spiritualità, di cui c’è poco da enfatizzare, che interpretò non come chiusura ascetica in sé quanto come apertura al prossimo e disponibilità verso l’esterno. Fu fautore della Chiesa che è associazionismo, volontariato ed attivismo. Lottò così per la chiusura dei manicomi poiché poneva la dignità umana e la vicinanza estrema alla povertà al primo posto. Si batté infine contro qui fattori sociali il cui deficit non faceva altro che rafforzare i poteri occulti ed anarchici della mafia in tempi in cui di criminalità organizzata si sentiva davvero poco parlare>>. Un ricordo nitido e bellissimo fa da cartina al tornasole ad un’intera serata e l’intervento del presidente Tuccio si conclude con un sentito << Ci manchi Don Italo>>. Più conciso ma comunque vivo il ricordo del dott. Bova<< Don Italo è stato sacerdote degli ultimi. Ci sono due percorsi paralleli che accomunano i due fratelli. Entrambi, l’uno in un percorso religioso e l’altro redigendo poesie, ricercano in maniera nobile ed esasperata la Santità>>. Emozionato ed entusiasta per una serata ben riuscita nella quale la presenza dello stesso don Italo è stata ben percettibile il maestro e regista Maurizio Soldati si è lasciato andare ai commenti dicendosi<< Felice per essere riuscito a trasmettere emozioni ai presenti. Siamo arrivati al cuore dell’uditorio seppur in maniera differente di persona in persona. Daniela Celebrano è stata interprete dolce ed al contempo grintosa ed il presidente Calabrò ha definito questa serata “storica”. La scelta di venire a Bagnara è legata a motivazioni personali che mi ritraggono bambino. Esistono elementi in questo paese che esaltano la mia calabresità. Quando si parla di elementi e connubi che vedono la poesia, la musica e la danza intrisi in un unico blocco monolitico mi vien da pensare al teatro non come magia ma come dialogo alchemico degli elementi, danza all’unisono di arti sorelle>>.


Complimenti, Maurizio. Bravissimo, come al solito.

Roberto Fasciani