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domenica 1 aprile 2012

23.3.2012. CSE: "AL VIA I TAVOLI TECNICI CON LA FUNZIONE PUBBLICA. MA I PROBLEMI SONO TUTTI POLITICI"

Ha avuto un carattere ancora interlocutorio l’incontro svoltosi il giorno 21 marzo  a Palazzo Vidoni e presieduto dal capo del Dipartimento  Cons. Naddeo  con la partecipazione dei rappresentanti delle regioni e delle autonomie locali che era stato convocato, sulla base di quanto concordato nel precedente incontro a cui era presente il Ministro Patroni Griffi, per iniziare il confronto sulle problematiche della contrattazione.
Di fatto invece le parti hanno provveduto a ricapitolare le diverse posizioni sulle questioni, definendo le diverse priorità rispetto alla proposta iniziale del Ministro di stipula di un nuovo protocollo d’intesa sul lavoro pubblico, senza però che la discussione si sia sviluppata in concreto sull’argomento della contrattazione che era pure stato messo all’odg.
  Nel nostro intervento, dopo aver stigmatizzato l’eccessiva genericità delle modalità con le quali è iniziato il confronto, abbiamo come CSE ribadito nuovamente la necessità e l’improrogabilità di definire, in tempi brevi, intese concrete  nel campo delle relazioni sindacali, della ripresa della contrattazione, delle necessarie modifiche normative alle parti punitive e restrittive delle leggi Brunetta, proponendo inoltre la definizione  di un  accordo quadro per tutto il pubblico impiego capace  di  eliminare le attuali disparità giuridico-ordinamentali in materia di diritti costituzionalmente garantiti.
In una situazione caratterizzata da una grave crisi economica e dalla recessione, il ruolo della pubblica amministrazione è decisivo per offrire migliori e più efficienti servizi ai cittadini e alle imprese, svolgendo una funzione decisiva nel campo del reperimento di nuove risorse attraverso un forte impulso alla lotta all’evasione fiscale e contributiva.
Ma un contributo importante alla ripresa dell’economia però, può e deve venire dalla difesa del potere d’acquisto dei circa 3 milioni di lavoratori pubblici, vittime delle sciagurate politiche di blocco dei contratti e delle retribuzioni adottate dal Governo precedente. Blocco che in mancanza di nuove iniziative, e modifiche dei documenti di finanza pubblica, rischia di protrarsi, con conseguenze devastanti, sino al 2017.
Ecco il perché la nostra priorità è l’apertura del confronto sulla contrattazione che rafforzi e renda concretamente esigibile ed efficace quella integrativa mediante l’utilizzo di risorse derivanti sia dai risparmi derivanti dalla spesa improduttiva e clientelare, che dallo svolgimento di attività di spesa derivanti dall’implementazione delle attività istituzionali.
Ma la contrattazione integrativa non può azzerare, o surrogare, il CCNL.
E’ necessario sbloccare il CCNL che come è noto garantisce il necessario quadro di riferimento giuridico-ordinamentale ed i livelli generali di tutela del reddito per tutti i lavoratori dei comparti.
Così come è prioritario abrogare la normativa “Brunetta” che ha rilegificato il rapporto di lavoro, ha ingessato la contrattazione, ha limitato, se non compresso, in modo inaccettabile i diritti, ha costruito un modello arcaico ed ingiusto di distribuzione delle esigue risorse destinare a remunerare la produttività e le professionalità.
La sensazione però, dopo le prime fasi “positive”, sta cambiando.
Temiamo che qualcuno possa pensare di delimitare il confronto su quello che gli interessa: la parte relativa alla cosiddetta “gestione delle eccedenze” derivanti dalla riorganizzazione della pubblica amministrazione centrale e locale, ai processi di mobilità, o peggio ancora all’estensione ai pubblici dipendenti delle inaccettabili norme di modifica dell’art. 18 dello statuto dei lavoratori.
Ci preoccupa infatti non poco il fatto che su proposta del Capo del Dipartimento la discussione sia stata aggiornata alla prossima settimana (probabilmente il 24 marzo) con l’apertura di due tavoli di confronto: uno sulla contrattazione (che per molti purtroppo significa solo integrativa) e l’altro sul recepimento e/o adeguamento di quanto discusso in questi giorni a Palazzo Chigi sul pacchetto lavoro (flessibilità, rapporto di lavoro, stabilizzazione etc etc).
Considerate le dichiarazioni del Ministro Fornero e quelle fatte circolare dalla Funzione Pubblica il sospetto diventa qualcosa di più.
Ribadiamo quindi con fermezza la nostra assoluta contrarietà alle modifiche prospettate sull’art. 18 che ove approvate renderanno più debole il lavoratore, meno garantito, e daranno mani libere agli imprenditori che potranno di fatto decidere come e quando vogliono chi e come licenziare.
Contrarietà e opposizione che ovviamente manifesteremo con forza anche quando e se verranno prospettate per i lavoratori pubblici al tavolo di Palazzo Vidoni.
Vi terremo aggiornati, come di consueto, dello sviluppo del confronto e dell’esito delle riunioni preannunciate.
Cordiali saluti
LA SEGRETERIA GENERALE CSE