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martedì 24 aprile 2012

LE PROPOSTE DELLA CSE, ALTERNATIVE AI LICENZIAMENTI ECONOMICI DEI DIPENDENTI PUBBLICI


IL MINISTRO PATRONI GRIFFI PROSPETTA
LICENZIAMENTI “ECONOMICI” NELLA
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE.
SIAMO TORNATI AL VECCHIO GIOCO AL
MASSACRO DEI DIPENDENTI PUBBLICI??
Eppure i lavoratori pubblici italiani sono sempre meno, guadagnano
meno di quelli greci e hanno i contratti bloccati da quasi tre anni.
Il dramma di un governo incapace di incidere sui costi della politica,
sugli sprechi e sulla riqualificazione dei servizi pubblici che si affida
alla demagogia. Intanto l’Europa da il via libera agli accordi Rubik
con la Svizzera ma il nostro governo non muove un dito….
Mentre il “virtuoso” governo tedesco accorda ai dipendenti pubblici il 6.3 per cento
di aumento nei prossimi due anni, il Ministro per la Pubblica Amministrazione Patroni Griffi,
in un’intervista all’Avvenire, dichiara che entro l’estate vi saranno licenziamenti
economici” di dipendenti pubblici italiani, per ridurre la spesa pubblica, salvo fare una
parziale (molto parziale) marcia indietro il giorno successivo.
Siamo forse ricaduti nella caccia indiscriminata al dipendente pubblico alla quale
abbiamo assistito negli ultimi quattro anni da parte del ministro Brunetta?? O è solo il
bisogno di dire qualcosa che sia gradito alla pancia degli italiani, ormai stanchi
dell’incapacità di questo governo di lottare contro la spesa improduttiva per effetto dei veti
politici?
In attesa di avere una risposta ufficiale, al tavolo di trattativa aperto in Funzione
Pubblica dal Ministro stesso, proviamo a mettere in fila un po’ di dati:
le ultime statistiche Eurostat indicano che la spesa per i dipendenti pubblici in Italia
è inferiore a quella degli altri paesi europei e i lavoratori del pubblico impiego in
Italia guadagnano in media poco più di 23.000 euro lordi annui contro il doppio di

paesi come Germania, Olanda e Belgio, i quasi 40.000 euro dei francesi e i 30.000
euro lordi annui dei…..greci (si, avete letto bene, i greci);
negli ultimi tre anni in Italia sono stati bloccati gli stipendi dei lavoratori pubblici con
una riduzione del salario reale che si aggira intorno al 10 per cento;
nel 2011, per la prima volta, la spesa per stipendi in Italia è calata anche in termini
nominali, cioè non solo guadagniamo meno in termini reali ma i nostri stipendi si
abbassano per il taglio del salario accessorio e la mancata sostituzione dei pensionati,
anche in settori delicati come quello dei servizi alla persona, giustizia e fisco.
Ma allora di cosa parla il Ministro Patroni Griffi?? Perché se vuole diminuire la spesa
pubblica non abolisce le province, non taglia i costi della politica, non approva una seria
legge anticorruzione, che ci porta via 60 miliardi di euro ogni anno?? Se i partiti che
sostengono questo governo non glielo lasciano fare è possibile che debbano farne le spese
sempre i dipendenti pubblici, capri espiatori di una politica che non funziona?
E perché non presenta un piano industriale serio per la pubblica amministrazione,
visto che questa non ha certo bisogno di tagli ma di revisione profonda delle missioni, della
rimotivazione del personale e anche di una riforma vera che non sia a costo zero?
Se le aziende non investono in Italia è perché la giustizia non funziona anche a causa
della carenza di personale; se ci sono 120 miliardi di euro di evasione fiscale è anche perché
il personale del fisco si è ridotto del 15% per cento negli ultimi anni; e quanti introiti
potrebbero arrivare dal turismo se ci fossero investimenti pubblici seri nel campo dei beni
culturali?? Per non parlare degli sprechi delle società partecipate dagli enti territoriali o del
peggioramento dei servizi sociali e alla persona, oggetto di continui tagli che penalizzano le
fasce più deboli della popolazione.
Di questo dovrebbe occuparsi un ministro della Pubblica Amministrazione anziché
invocare licenziamenti per motivi “economici”, e provvederemo a ricordarglielo, con
proposte concrete, non appena tornerà a riunirsi il tavolo di trattativa aperto in Funzione
Pubblica.
Eppure i soldi ci sarebbero anche a prescindere dagli sprechi: è notizia di questi
giorni il prossimo via libera dell’Europa agli accordi Rubik. Cosa sono?? Sono gli accordi che
da almeno due anni la Svizzera propone a tutti i paesi europei per la tassazione dei capitali
anonimamente esportati e che prevedono la tassazione alla fonte da parte della nazione
elvetica in cambio del mantenimento dell’anonimato. Gran Bretagna e Germania hanno già
chiuso accordi di questo genere applicando aliquote che vanno dal 19 al 30 per cento e
stanno già incassando miliardi di euro. L’Italia invece no, chissà perché. La scusa sinora è
stata che non piacciono all’Europa ma come era facile prevedere, se sono stati stipulati
dalla Germania prima o poi l’Europa avrebbe dato il via libera. La CSE sta chiedendo da
tempo di concludere un accordo bilaterale che dovrebbe portare, a seconda
dell’aliquota che si potrebbe applicare, dai 40 ai 100 miliardi di euro nelle casse dello
Stato (dai dati delle banche svizzere ci sarebbero dai 150 ai 400 miliardi di euro italiani
depositati anonimamente), oltre a un flusso costante di denaro derivante dalla
tassazione delle rendite che questi fondi producono.
Cosa sta aspettando ancora il nostro governo a prendere questi soldi e investirli nella
crescita di un paese in completa stagnazione anziché parlare di licenziamenti di lavoratori
pubblici??
LA SEGRETERIA GENERALE CSE