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giovedì 10 maggio 2012

AMMORTIZZATORI SOCIALI AI SOCI DI COOPERATIVE: LEGACOOP TEME I NUOVI CONTRIBUTI? PAGHINO IL CONTO LE COOP PROTAGONISTE DI OPERAZIONI FINANZIARIE MILIONARIE

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DALLA CSECOOP (http://www.cse-coop.blogspot.it/) e dalla CSE-FNILT (http://www.cse-fnilt.blogspot.it/)
 
 
(Da L'UNITA' del 9.5.2012)


""""""""""Giuliano Poletti

«Cooperative in difficoltà,
da qui la richiesta
di spalmare il contributo
su più anni. C`è già
un emendamento,
il governo lo approvi»

intervista di LAURA MATTEUCCI

MILANO
Il presidente di Legacoop Giuliano Poletti
si fa interprete di una richiesta sottoscritta
dall`Alleanza delle cooperative
e indirizzata al governo e alla commissione
Lavoro del Senato, che sta
esaminando il disegno di legge di riforma
del mercato del lavoro: diluire su
un arco temporale più lungo, almeno 5
anni, il contributo dell`1,31% per la nuova
Aspi e dello 0,30% per la formazione
continua alle retribuzioni dei soci lavoratori
delle cooperative che operano
nei settori della logistica, del facchinaggio
e del multiservizi. Che finora non
hanno mai dovuto versare per coprire
le spese per gli ammortizzatori, perché
il loro regolamento non lo prevedeva.
Nel complesso, si tratta di un comparto
che coinvolge circa 200mila persone.
«Siamo pronti a pagare il dovuto per
gli ammortizzatori, ma chiediamo di
poterlo fare in modo graduale, spalmando
l`aggravio dei costi su cinque anni».

Per quale motivo?

«Il rischio, altrimenti, è che le cooperative,
in un settore già in difficoltà
com`è questo, o finiscano nel nero o
chiudano per fallimento».

La proposta è oggetto di un emendamento,
giusto?

«Emendamento già presentato, che
chiediamo venga approvato. La nostra
richiesta non intende affatto mettere
in discussione l`entrata in vigore
dell`Aspi dal 1 gennaio 2013, che andrà
a regime nel 2017, né sminuire il significato
della formazione continua. Il nostro
obiettivo è evitare che un ulteriore
aumento dei costi della contribuzione
metta in grave difficoltà le cooperative
dei comparti che, oltre ad essere ad alta
intensità di manodopera e a scarso
valore aggiunto, devono far fronte ai
pesanti effetti della crisi e dei ritardi di
pagamento sia delle pubbliche amministrazioni
sia delle committenze priva
te. Le coop spurie in questi settori sono
molto diffuse, così come gli incidenti
sul lavoro. Il contesto in cui si opera è
molto complicato: le coop, quelle vere
intendo, sono un elemento di regolamentazione
e legalizzazione, ma per loro
il rischio concreto è che l`applicazione
immediata dell`intero aumento contributivo
possa determinare una riduzione
significativa del numero degli occupati
e, peggio, favorire le tante imprese
irregolari».

Come cooperative avete avanzato altre
richieste?

«Un`altra relativa alla vecchia legge
Marcora, con la quale era possibile per
un lavoratore di una coop in crisi chiedere
l`intera indennità di mobilità da
investire - con l`aggiunta di altri soldi
da parte di una società ad hoc - nella
creazione di una nuova società. Un
meccanismo virtuoso, insomma, che
negli anni ha permesso la creazione di
molte cooperative, e che vorremmo fosse
salvaguardato. Adesso che la mobilità
sparisce, chiediamo che sia possibile
usare l`Aspi, che a conti fatti vale un
po`meno della vecchia mobilità, ma
che resta l`unica possibilità di finanziamento
di nuove imprese». """"""""""""



COMMENTO DELLA CSECOOP (Federazione Soci e Dipendenti Cooperative)  E DELLA CSE-FNILT (Federazione Trasporti)
Sconcertanti queste affermazioni da parte del leader di Legacoop che ci risulta abbia qualcosa a che fare, ad esempio, con UNIPOL la quale è impegnata, in questi mesi con l'operazione di cui potete leggere un resoconto particolareggiato qui
Non è vero che le cooperative siano in difficoltà. Lo sono le piccole non certo le grandi rappresentate dall'Alleanza Cooperative. Ma i soldi non bastano mai e, per questo, con una operazione di tipo lobbistico, si tenta di affondare in Parlamento la proposta con la quale per la prima volta potrebbe accadere che un socio di cooperativa di facchinaggio o logistica o multiservizi possa avere, a seguito della perdita del suo lavoro, un trattamento economico di sostegno, come gli altri lavoratori che fanno lo stesso lavoro ma senza la maledizione di essere in cooperativa.
Ricordiamo infatti che , per un'ennesima distorsione all'italiana, oggi non si entra in cooperativa per essere coimprenditore e eliminare la separazione tra capitale e lavoro ma semplicemente per essere impiegati a un costo più basso(il mercato del lavoro non offre altro), senza effettive garanzie e senza i vincoli del lavoro dipendente.
Legacoop non dice che diluire la contribuzione significherebbe (chi pagherebbe altrimenti?) rendere ancora più illusori quegli ammortizzatori, e chissà per quanto tempo.Nelle grandi cooperative, poi, si guarda con orrore a una vera formazione continua che rischierebbe di far comprendere più velocemente ai lavoratori specie stranieri che esistono altre alternative rispetto a quella di farsi sfruttare come bestie.
Informiamo Legacoop (e quei Senatori che ancora non lo sapessero)che già tante cooperative sono nel nero (per necessità o per vizio, per ignoranza o per furbizia di chi fornisce loro consulenza) e che già “falliscono” in maniera programmata e pilotata per trasferire il lavoro da una società vecchia a una appena nata, in barba ai lavoratori, all'INPS e al Fisco.
Non sarà qualche millesimo di percentuale contributiva in più o in meno a decidere delle sorti di queste imprese. Influirà invece sulle sorti di tante famiglie di soci che rischiano il lastrico a seguito della perdita del lavoro.E' grottesco poi collegare queste possibilità di nuova imposizione contributiva alla spurietà delle cooperative e agli incidenti sul lavoro. E' una minaccia? Ossia le cooperative di Legacoop preannunciano che in caso di aggravi di contributi non potranno far nulla per impedire che le proprie associate comincino ad essere competitive nell'incremento di amministratori che abbiano scopi di lucro e per evitare che qualche socio cominci a farsi male?
Già, perchè le cooperative di Legacoop sono brave ad adeguarsi al mercato. Ne sanno qualcosa i soci di CoopEstense alle quali sta per essere applicata la “Dottrina Marchionne” così come i soci coinvolti nell'operazione Unipol-Fonsai-Ligresti sopra richiamata.Si dirà che tutto ciò si fa per la sopravvivenza dell'impresa cooperativa impegnata nella Distribuzione e nell'Assicurativo. Bene, ma dimentichiamo la Solidarietà Mutualistica e la Responsabilità Sociale?No? Allora sia Legacoop a proporre di finanziare la contribuzione per gli ammortizzatori sociali ai soci delle cooperative di facchinaggio, logistica e multiservizi attraverso un'imposizione fiscale che colpisca le operazioni finanziarie milionarie di cui sono protagoniste, direttamente o indirettamente, cooperative, tra cui in prima fila quelle ad essa associate, di settori diversi da quelle di produzione e lavoro!